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Aggiornato: 11 giugno 2025
Cataldo stese la sua lentamente e la posò sulla mia. Ci guardammo. Egli mormorò: Povero Vittorio!... E perchè? Che volete, il vino mi diventò triste, all'improvviso... Dunque partite? Sì... parto. Quando? Domani. Eravamo nel giardino, Carolina ed io, soli. Perchè ci lasciava soli, Cataldo?
A destra lontano, verso Vittorio Veneto infuria la battaglia. Giunge l'ordine di inseguire e travolgere la retroguardia che si sta trincerando a Bibano di Sotto. Alt, colazione sommaria. La terra gi
Si parlava di dirette trattative fra Pio IX e Vittorio Emanuele per una riconciliazione. Il 29 ottobre il Papa tenne un discorso ai cardinali, il quale fece cadere d'un tratto ogni speranza in questo senso.
I signori Guerini fecero molte feste ai Morandi, e la signora presentò al marito, Vittorio che aveva salvato Alberto, Angiolina quella brava figliuola ch'era stata tanto utile alla sua mamma, e Maria che amava gi
Tornato Garibaldi a Genova, convocò i suoi più intimi, Medici, Sacchi, Bixio e diede loro quest'annunzio: «Ho veduto Vittorio Emanuele; credo che il giorno di ripigliare le armi non sia lontano; state pronti; io spero di poter fare ancora qualche cosa con voi»!
Queste parole di Vittorio Pica scritte, a proposito di due quadri di Max Liebermann, in un accuratissimo studio intorno alla pittura europea nell'esposizione veneta dell'anno scorso, mi son tornate in mente leggendo il poema drammatico in prosa del giovane poeta portoghese Eugenio de Castro, da lui tradotto e pubblicato con una larga e spassionata introduzione che presenta l'ignoto autore al pubblico italiano.
Di questo è convinto pure Vittorio Pica, e lo d
Il maggiore salì sul terrazzino interno che dava sul cortile, fece suonare la tromba, due volte: Soldati disse, con voce tonante abbiamo innanzi a noi Garibaldi, alle spalle arriva Vittorio Emanuele. Facciamo il nostro dovere. Viva Francesco II! Viva disse qualche voce. E lentamente si misero in tenuta di partire.
Il Re Vittorio Emanuele piantava le tende per la caccia a pochi passi dalle ghiacciaie del Gran Paradiso. A Valsavaranche ed a Noaschetta l’accampamento sorgeva sovra un altissimo ripiano erboso oltre la regione degli alberi e dei cespugli; a Cogne era in mezzo alla valle in un luogo delizioso chiamato Vallontéj, un prato ingombro qua a l
Infatti Alberto parlava con Carlo che avea interrotta la lezione e con Vittorio, poi osservava gli scarabocchi di Mario e si smascellava dalle risa vedendosi rappresentato sul punto di esser morso da un cane, scappando da una parte mentre Carlo scappava dall'altra.
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