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Aggiornato: 7 maggio 2025
Quanto avrei pagato ad essere presente:» Saltava su qualche circostante. «Mi piacciono tanto queste scene così affettuose! E perchè non venirvi?» gli chiedeva un vicino. E l'altro: Che volete? m'è toccato andare fin laggiù a San Vittor grande, a portare una briglia e una sella che avevo raccomodate. Oh certo; ma a donna mai. Lo Spirito Santo incarnato in una femmina, e i preti e il papa donne!
Era bello a vedersi il contrasto tra la furia delle onde che flagellavano i fianchi della diga, e la calma impassibile di quegli uomini che pareva quasi un'espressione di disprezzo per il mare. Mi passò per la mente che dicessero in cuor loro, come il marinaio dell'orca dei Comprachicos nel romanzo di Vittor Hugo: "Muggi, vecchio!"
Cento interrogazioni mi corsero in un punto alle labbra, e cominciai arditamente: Signore! Vittor Hugo si voltò cortesemente, mi mise una mano sopra un ginocchio e mi guardò in atto d'aspettazione. Che cosa volete! Sono disgrazie che possono capitare a tutti.
E la stessa idea di questa classificazione, di questa gerarchia, non è poco felice? Se il paragone non fosse, come dice il motto, odioso, non sarebbe inutile? Quando avremo dimostrato che Washington vale più di Vittor Hugo, forse non leggeremo più la Leggenda dei Secoli, o dovremo mettere la statua del suo autore sopra un piedistallo dieci centimetri più basso?
Ma ricordiamoci sempre, quando guardiamo a monete uscite intorno al 1500 dalla veneta zecca, che vi lavoravano in quell'epoca come intagliatori de' conii Alessandro Leopardi, Vittor Camelio, e più tardi Andrea Spinelli.
Vittor Hugo mi fece sedere al suo fianco, e mi indirizzò la parola. Si fece subito, un gran silenzio attorno, per prestare attenzione al nostro dialogo, che da parte mia si riduceva a quelle rare e timide risposte che sono di prammatica in simili udienze. Vittor Hugo dichiarò che riguardava la Spagna come sua seconda patria, mostrò il suo dispiacere di vederla molto indietro su la via del progresso e soggiunse che non poteva essere altrimenti in un paese dove la Santa Inquisizione aveva martoriato senza piet
Se invece di essere Vittor Hugo che ha scritto questa frase fossi io, a quest'ora mi avrebbero condotta al manicomio. Un profondo rumore che soffia? E nella regione inaccessibile? Ma cosa vuol dire? La si capisce così a occhio e croce; ma è genio codesto?
E pensando queste cose andavo cercando una frase molto significante con cui cominciare il discorso, nel caso che il destro si presentasse. La fortuna m'assistè. Vittor Hugo uscì per un momento, poi tornò vicino al camminetto e mi sedette accanto. La conversazione s'era rotta in molte conversazioni. Il momento non poteva essere più opportuno.
V'è una considerazione però, che rende titubanti molti ammiratori che desiderano di visitare Vittor Hugo; ed è l'accusa che gli si fa d'avere un immenso orgoglio. Certo è che egli sente altissimamente di sè, e non lo nasconde. Tutti sanno quello che disse, ancor giovane, all'attrice Mars, che si permetteva, alle prove dell'Hernani, di criticare i suoi versi. Signorina, voi dimenticate con chi avete da fare. Voi avete un grande ingegno; non lo nego; ma ho un grande ingegno. anch'io, e merito qualche riguardo. Io lascio ad altri il risolvere questa quistione: se, in qualche caso, uno smisurato sentimento di sè non sia un elemento del genio: quello che d
E non ostante, una mattina, mi trovai senza avvedermene nel cortile della casa N.° 20 di via Clichy, in faccia al finestrino del portinaio, e sentii con un certo stupore, come se parlasse un altro, la mia voce che diceva: Sta qui Vittor Hugo? Ero ben certo che stava l
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