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Aggiornato: 17 giugno 2025


O divina virtu`, se mi ti presti tanto che l'ombra del beato regno segnata nel mio capo io manifesti, vedra'mi al pie` del tuo diletto legno venire, e coronarmi de le foglie che la materia e tu mi farai degno. Si` rade volte, padre, se ne coglie per triunfare o cesare o poeta, colpa e vergogna de l'umane voglie,

Oh terque quaterque infelice Prudenzio! a cui poco le virtú e le lunghe lucubrazioni e i quotidiani studi prosunt.

Ad un amico egli scrive⁴¹³: «Ci compiacciamo di sapere che, nella condotta degli affari, tu cerchi di conciliare il rigore con la dolcezza. Poichè l’unire la dolcezza e la temperanza alla fermezza ed alla forza, ed usare di quella coi docili, di questa coi malvagi per la loro correzione, è opera, come io credo, di un’indole e di una virtù non piccola.

E nelle ingiurie che fussero facte a te, giudica che la volontá mia el permecte per provare in te e negli altri servi miei la virtú, giudicando che colui come strumento messo da me faccia quello; vedendo che spesse volte avaranno buona intenzione, però che neuno è che possa giudicare l'occulto cuore de l'uomo.

Di cui la colpa? Colpa è di coloro i quali mentre Roma, e Venezia arieno ad essere i punti estremi della cote su cui arrotare il ferro, e la virtù italiana gittarono dentro lo spazio che intercede tra una terra e l'altra vilt

Pestò con sassi l'erba, indi la prese, e succo ne cavò fra le man bianche; ne la piaga n'infuse, e ne distese e pel petto e pel ventre e fin a l'anche: e fu di tal virtù questo liquore, che stagnò il sangue, e gli tornò il vigore;

Sorella!... Sorella!... Tale era stata per lui. L'amor di sorella, il nome di sorella, erano le sole cose soavi al suo cuore. Tutti gli altri suoi amori erano stati perfidi e velenosi, non avevano lasciato neppure un solo ricordo buono; sdegno e nient'altro avanzava, di tanti amori: sdegno contro le perfide, sdegno contro stesso. Un tempo egli si era gloriato di queste sue passioni, se n'era insuperbito come di altrettante fortune. Ma, concepite nel male, esse portavano dentro il germe della distruzione; se null'altro n'era avanzato fuorchè putredine, se egli n'era rimasto ammorbato, ciò era il suo meritato castigo. Non volendo più commettere l'errore, sentendo risorgere il bisogno lungamente inappagato e represso d'un'intima comunione, non potendo più vivere solo, egli ritrovava in lei la sorella. Andarle incontro, dirle con viva voce la gioia che ella gli dava, era stato il suo primo impulso; ma non l'aveva obbedito. L'esagitazione dell'anima era ancora tanto violenta, e alla solitudine sua veniva tanta consolazione dall'assiduo pensiero di lei, che egli volle e potè aspettare. Geloso di stesso, quasi pauroso di menomare il proprio sentimento indagandolo, era vissuto in una beatitudine secreta della quale obliava quasi l'origine. Come al destarsi di lieti sogni, come quando latenti e ignote energie eccitano e moltiplicano i sensi della vita, egli trovava in tutte le cose una nuova virtù. Un giorno finalmente le scrisse. Alla sensitiva creatura, al proprio sentimento secreto, la troppo vivace espressione vocale non conveniva. E scrivendole egli contenne l'impeto delle passioni: tacque la speranza, moderò la gioia, disse soltanto pienamente la gratitudine. Ella rispose. Gli parlò della sorella morta. Quali altri ricordi avrebbero potuto mai cancellare dalla memoria di lui le parole fraterne? «Io certamente conobbi ed amai vostra sorella. Quando mi parlaste di lei, quando mi diceste le preziose e care doti della sua persona e del suo cuore, sentii che ella fu il desiderio della mia gioventù, la sorella che mai non potei consolarmi di non trovare al mio fianco nelle ore della gioia e della tristezza. Quando mi narraste lo strazio della sua morte mi parve come se tanta bellezza e tanta bont

La sua allegria si manifesta nel mostrarmi tutte le sue virtù. Ecco il ci-ci-cigolio di mille passeri giulivi nelle sue giunture-costole d'acciaio. Sar

Dopo tanti anni, dopo tante avventure di campo e di caserma, dopo molti smarrimenti per le vie del mondo, l'incontrarsi in una famiglia onesta il giorno di Natale, fra donne giovani e belle, nella confidenza di un domestico abbandono, gli tirava in mente i giorni più belli della sua infanzia, quando tutti siamo poeti per virtù d'inesperienza.

Il vizio e la virtù erano divenuti per lei assolutamente sinonimi di bene o di male: non male, non vizio! L'istinto contestava, in parecchie occasioni, questa teoria; il sentimento femminile sopratutto protestava ed allegava numerose eccezioni. Ma in tutti i fatti fisici e psicologici vi sono le circostanze attenuanti e le ragioni determinanti. Ciò turbava Bambina.

Parola Del Giorno

s'alceste

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