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Aggiornato: 7 luglio 2025


Un'orgia un poco più spinta delle altre, rispose Leonardo mettendosi a sedere. Molto selvaggiume, molti tartuffi, e molto vino di varie qualit

Aspettatemi un momento che vado per un certo affarettino; intanto affilate le orecchie. Ritornò quasi tosto e m'introdusse sotto il portichetto, dopo aver dato una girata di chiave alla bottega. Trovai due comode seggiole davanti a un piccolo tavolo dove ergevasi maestosa una pingue bottiglia di vino bianco fra due enormi bicchieri.

Sopra, nel cucinone, il nonno, a capotavola fra un esercito di bicchieri. Penso a un ammiraglio sulla tolda. E' tutto rosso, e il vino gi

Drollino rimase un momento in forse: Vino o verit

Per la prima volta, non osavo lasciar Lidia sola di fronte a un uomo. A pranzo, ella mangiò con molto appetito, senza accorgersi ch'io toccava appena le vivande e preferivo il vino al cibo. Ero troppo solo, nel mondo, circondato da insidie e da cause non mai stanche di dolore; non avevo amici e mia moglie era un'estranea che poteva diventare una nemica.

Amava il vino e il tabacco; professava una devozione ardente per il santo apostolo Tommaso; e, poichè era di natura superstizioso e inchinevole allo stupore, raccontava singolari avventure e meraviglie dei paesi d’oltremare e novellava delle genti dálmate e delle isole adriatiche come di tribù e di terre prossime al polo.

In men di cinque minuti, i pollami, le uova, i formaggi, i giamboni, i fiaschetti di vino d'Orvieto, tutto fu messo a ruba, e il grosso bottino posto come ornamento delle baionette, del giacò e delle giberne, che mal reggevano all'insolito peso.

E tornava attaccar la bocca alla mezzina, poi ne offriva al soldato con rozzo garbo, dicendogli: To', camerata, tirane un sorso, chè il vino sbandisce le malinconie». Quegli prendeva la brocca, ne gustava, o almeno vi poneva le labbra, e, rendendogliela, Dunque vuol dire che se tu trovassi da vivere altrimenti, lo faresti, eh? Se lo farei? e di che voglia!

Il Palavicino, che osservava tutto e tutti, se ne addolorava in suo segreto, e osservando continuamente il conte Crivello e il Torriano e il Figino, que' medesimi che aveva incontrati venendo a Milano, e allora gli era sembrato fossero oppressi da un grave e solenne dolore, non sapeva farsi capace del come potevano adesso in quel così scandaloso modo tuffare nel vino e nell'intemperanza e nell'allegria baccante il pensiero della loro condizione e di quella del loro paese.

Cosa facevano?... Certo doveva essere tutto raccontato, tutto descritto in quel "libro segreto" Le notti di Giuliana. Ci pensò tutto il giorno a scuola, a casa, con una smania che si faceva sempre più bramosa, più fissa, che gli era montata al cervello, che lo riscaldava, lo esaltava come i fumi del vino.

Parola Del Giorno

l'evocatrice

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