United States or Honduras ? Vote for the TOP Country of the Week !


Fa' conto che andarai in maschera per un giorno, proprio come se dormissi e in sogno ti paresse esser Guglielmo, e risvegliandoti la mattina ti trovi quel vignarolo ch'eri prima. Ma che diavolo te ne può avvenire per questo? VIGNAROLO. Io togliendo quella somiglianza e ingannando la casa di Guglielmo, son io che l'inganno o no? PANDOLFO. Non tu ma quella somiglianza.

VIGNAROLO. Chi sa, forse mi ci accorderò. Ma come sarò transformato in Guglielmo, che ho da fare? PANDOLFO. Entrarai in casa sua; e le genti stimaranno che tu sii il padrone, ti ubidiranno: disporrai di Artemisia sua figliuola, che mi sia moglie. VIGNAROLO. Or questo non è un mezzo ruffianesimo? perderò l'onore. PANDOLFO. Abbi danari, ché l'onore poco importa.

Se tu vuoi essere mia moglie, dal primo giorno ti fo donna e madonna di tutte le mie robbe, te le porrò in mano ché le maneggi a tuo modo. Beata te, se tu farai a mio modo! ARMELLINA. Io vo' che tu facci a mio modo. VIGNAROLO. Facciasi, se non al mio, al tuo modo: tutto torna in uno, purché non resti di fuora. Ma io vorrei una grazia da' cieli. ARMELLINA. Ed io un'altra. VIGNAROLO. Che vorresti?

Vi saluto centomila migliaia di volte, Vostra Signoria illustrissima, Vostra Altezza, Vostra Maestá. ARMELLINA. Oh, quanti titoli! vignarolo. VIGNAROLO. Non sète voi la mia signora, la mia regina e la mia imperadora? ARMELLINA. Che cosa mi porti, vignarolo? VIGNAROLO. Rispondi al saluto prima, poi mi chiedi che porto.

VIGNAROLO. Cricca, tu vedi il vignarolo? CRICCA. Che non ho gli occhi con quali possa vedere? VIGNAROLO. E tu non vedi? CRICCA. , che ti vedo. VIGNAROLO. Tu non mi vedi mi conosci; ma ascolti parlare e mi conosci alla voce: perché come vuoi conoscermi, se io son un altro? CRICCA. Dico che sei quel che eri prima. VIGNAROLO. Dunque tu mi vedi, Cricca? CRICCA. Come non vuoi che ti veda?

PANDOLFO. Che? sono un granchio o un topo che cerchi per i buchi per trovarmi? Dimmi presto, che buona nuova mi rechi? CRICCA. Vo' dartela a poco a poco acciò non scemiate per allegrezza. Il vignarolo... PANDOLFO. Che cosa? CRICCA. ... è giá fatto padron della casa;... PANDOLFO. Oh che allegrezza! parla presto. CRICCA. ... e vi manda a dire... PANDOLFO. Che cosa? non mi far morire.

GUGLIELMO. Non farò questione io teco. VIGNAROLO. Partiti e non dir piú che sei Guglielmo. GUGLIELMO. Oh disgrazia grande e non mai piú intesa, che un uomo abbia perduto se stesso e non sappia chi sia!

VIGNAROLO. Ed io col medesimo effetto vi bacio molto amorevolmente. Ma come vi chiamate? ARPIONE. Non vi ricordate di Arpione che vi era tanto caro? VIGNAROLO. bene, or me ne ricordo, Arpione mio caro. ARPIONE. Ringrazio la fortuna del mare che ne fe' grazia di rivederci. VIGNAROLO. Come state? ARPIONE. Sète forse divenuto medico, che mi dimandate come stia?

ARMELLINA. Quando, padrone, vi sommergeste in mare, non vedesti alcun pescespada che ti passa da un lato all'altro, e i pescirasoi che ti tagliano la faccia, e le balene che ti inghiottono vivo? VIGNAROLO. Se avessi incontrato questi, mi avrebbono ferito o morto. Ma subito che son riposato un poco, vo' maritarti. ARMELLINA. E chi mi volete dare? qualche bel giovane?

Meglio era perdere la robba e salvar me medesimo: da me solo mi difendei dal mare e non seppi difendermi da chi mi rubbò da me stesso! LELIO. Oimè, che veggio? che è quel che raffiguro? CRICCA. Che cagione avete di tanta maraviglia? LELIO. Non vedi mio padre e il vignarolo, il vero e il falso Guglielmo? CRICCA. , che li veggio.