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Alla 3. obbiezione. Nego la premessa. La confessione può esser fatta tanto cautamente da non mettere in pubblico il complice. Ordinariamente si fa così: Se il penitente può scrivere deve mettere il puro nome del denunziato su una scheda; indi consegni la scheda ben chiusa al confessore, il confessore la trasmette al vescovo o al vicario generale con una lettera nella quale espone il fatto, dichiara quale sia il suo parere circa la sincerit

Prima di proseguire il racconto del mio Vicario bisogna che mi sbrighi del segretario. Ora vuolsi sapere come, tornato a casa, egli dicesse al figliuolo, che gli andava incontro tutto festoso: «Figliuolo mio, facciamo le nostre valigie e ritorniamo in Ispagna, perchè qui in Napoli l'aria non tira più buona per noi». Signore! rispose il figliuolo, che cosa vi è mai accaduto di nuovo?

Confortatelo con vino, e confetto, e con brodo: badate a non fargli mancare nulla... bisogna che viva. Marzio era caduto nella consueta letargìa. Per lo splendore di Dio! Maisì e avvertite, che quantunque morto da due secoli e mezzo, io ho veduto, ed ho udito questo vicario, epperò mi attento a descriverlo.

Questo Capitolo ormai troppo voluminoso ci costringe a tralasciare il racconto di una serie di piccole perfidie, e di piccoli fatti d'arme, quasi tutti tra loro somiglievoli, pei quali Manfredi, sotto il Pontificato di Alessandro IV, vinti gli esterni e gl'interni nemici, riconquistò tutto il Regno di Napoli. Più grave caso, e degno di memoria è quello pel quale Manfredi di Vicario giunse a farsi nominare Sovrano del Regno di Napoli; e qui lasciato Niccolò Iamsilla scrittore ghibellino, mi fa mestieri appigliarmi a Giovanni Villani di fazione guelfa. Narra dunque costui, «che Manfredi, vedendosi in istato ed in gloria, si pensò essere Re di Sicilia e di Puglia; e perchè ciò gli venisse fatto, si recò ad amici con doni e promesse i maggiori Baroni del Regno; e sapendo come del Re Corrado suo fratello era rimasto un figliuolo chiamato Corradino, il quale per diritta ragione doveva essere erede del Reame di Sicilia e di Puglia, pensò una frodolenta malizia per esser Re. Adunati tutti i Baroni, propose loro cosa si dovesse fare della signoria, perocchè egli avesse novelle come il suo nipote Corradino fosse gravemente ammalato, e da non potere mai reggere il peso di un Regno. I Baroni consigliarono che mandasse suoi ambasciatori in Lamagna per sapere dello stato di Corradino; e se fosse morto, od infermo, fino d'allora protestavano volere Manfredi per Re loro. A ciò si accordò Manfredi come colui che aveva tutto fintamente ordinato, e mandò ambasciatori a Corradino e alla madre con ricchi presenti e grandi profferte; i quali giunti che furono in Isvevia trovarono che la madre del garzone, Elisabetta di Baviera, come donna di gran cuore ed avveduta, gli facea buona guardia, tenendolo confuso con diversi fanciulli di sua et

Egli ebbe uno di quei colpi di metempsicosi violenta, che nei conclavi dei papi si chiama Spirito Santo, e che trasforma un porcaro come Sisto V, un lanzichenecco come Odescalchi, un barcarolo come Giulio II, in vicario di Cristo, un frate in re!

Ma aveva appena l'Imperatore formulato queste promesse, che il Vicario di Cristo cercava di disfarsi al più presto del suo gravoso e molesto difensore, rendendosene di fatto indipendente e riservandosi di chiamarlo in Italia ogni volta che il suo dominio temporale fosse minacciato da gravi pericoli, per imporgli il mantenimento delle sue promesse ed esigere l'opera del suo esercito.

Luchino nasceva dal Magno Matteo, quello che, dopo dell'arcivescovo Ottone Visconti, col valore e colle brighe aveva ottenuto il dominio di Milano sotto il titolo di Vicario dell'Impero, poi di capitano e difensore della libert

Il segretario annuvolato passò dinanzi al vicario impaziente, e gli disse torbo «aspettateDopo venti, e più minuti il segretario, maggiormente torbo, ripassa per entrare nella stanza del Vicerè, e dice al vicario, maggiormente impaziente, «aspettateIl segretario dopo lunga ora esce dalla stanza del Vicerè, e al povero vicario, che non capiva più nella pelle per la rabbia, ripete per la terza volta torbidissimo «aspettate

Così fece Benezet, e trovato il vescovo che stava predicando nella cattedrale, gli disse franco e disinvolto: «Signor vescovo! Il Signore mi ha qui mandato per costruire un ponte sul Rodano». L'ardito ragazzo venne tosto arrestato e fu condotto davanti al vicario.

Appoggiandosi al nuovo re de' romani, fece a Carlo deporre i titoli e le potenze di senator di Roma, e di vicario imperiale in Toscana; e pacificò quindi questa e Romagna, facendo ripatriar i ghibellini.