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Aggiornato: 1 giugno 2025
Pudet me, mi vergogno, perchè questa rievocazione messa in rapporto con la pubblicit
Sì... anzi volevano in tutti i modi portarmi da Garibaldi, ma io mi vergogno. O anima eccezionale!... O vera mosca bianca in quel turbinio di ambiziosi sfacciati!... Il vero merito è modesto, ed è abbastanza soddisfatto dalle voce della coscienza.
Di me medema meco mi vergogno, trovandomi altercar con essa teco! Hai forse il capo tepido di greco, ubriaca che tu sei? ch'ancor bisogno farotti aver del tempo, c'hai qui speso in dirmi oltraggi, meretrice lorda! Non mi toccar, Tecnilla, questa corda, ché peggio sentirai quel c'ho sospeso di lingua in cima. Or taci e fia tuo meglio!
Certo io mi vergogno di dovere con alcun difetto maculare la chiara fama di cotanto uomo; ma il cominciato ordine delle cose in alcuna parte il richiede, percioché, se nelle cose meno laudevoli mi tacerò, io torrò molta fede alle laudevoli giá mostrate. A lui medesimo adunque mi scuso, il quale per avventura me scrivente con isdegnoso occhio d'alta parte del ciel mi riguarda.
Mi vergogno di me. Sono incretinito!.... Sto per smarrire la ragione! Il primo caso è più probabile. Ma un'affettuosa stretta di mano fece capire a Vittorio D'Arèba che il suo amico scherzava. Il giovane scultore si schermì un pezzo contro le insistenze del critico d'arte che voleva accompagnarlo a ogni costo allo studio; alla fine si arrese. Mi saprai consigliare. Non occorrer
Non importa, oramai mi vergogno di accettare l'elemosina di quel manigoldo; in fin dei conti perchè vivo alle sue spese? che sono io per colui? ditemelo, zia, sono in et
SANTINA. Non vo' ascoltare, so che vuoi dire. GERASTO.... Anzi men sai che voglio dire, né imaginartelo puoi giamai.... SANTINA. Forse il giardinetto cominciava a spuntar fuori l'erbe piccine? GERASTO.... Che erbe piccine? anzi, mi diè tra mano..., mi vergogno dirtelo. SANTINA. Ti dovevi vergognar di farlo. GERASTO.... Dico ch'era piú maschio ch'io, tanto maschio che n'aresti fatto tre maschi.
ATTILIO. Conosco, carissima madre, avervi offeso, e però mi vergogno manifestarlovi. CONSTANZA. L'offese de' figli alle madri non passano la pelle: non sará mai tanto grande, che non sia vinta dall'affetto materno. Voi tacete? Manifestatela, figlio, ché troverete quel che vi dico.
Il ministero ebbe il suo oratore per niente o quasi meno di niente. Figuratevi che a fare dell'onorevole Ariberti un ministeriale fradicio, bastò... mi vergogno a dirlo... bastò... insomma, poichè la debolezza è sua e la verit
Un giorno Guido, contemplando i capelli di Beatrice, vergognò della vita abiettissima che conduceva; ed aspirando a maggiore vendetta, toltosi allo improvviso da Roma si condusse in Fiandra ove durava tuttavia feroce la guerra, che cotesti popoli sostenevano per la independenza e per la libert
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