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Tre volte Alberto Varedo lo aveva nominato nel corso di quella sera, e ogni volta Bardelli ne aveva risentito una impressione oscuramente penosa. Alle 8.55 sarò alla stazione col manoscritto egli disse prendendo commiato. Dopo ch'egli ebbe rinchiuso l'uscio dietro di , Diana si rivolse a suo marito. Povero Bardelli! Lo appoggerai al primo concorso. Varedo sorrise. Oh i ragionamenti delle donne!

Oh signora Varedo ella gemeva, che disgrazia, che disgrazia!... Ma dov'è Eugenio?... Era qui or ora. Credevo che le fosse venuto incontro... E interrogava con gli occhi le femminette che s'eran tirate in disparte. Una di esse mostrò l'uscio a sinistra. È andato di l

I rivenditori di giornali correvano lungo il treno offrendo i fogli del mattino con la caduta del Ministero. Un ragazzo più loquace degli altri gridava tutta una filastrocca: La Gazzetta del Popolo appena arrivata con gli ultimi telegrammi da Roma. La seduta di ieri. Il gran discorso dell'onorevole Varedo. Centoquindici voti di maggioranza contro il Gabinetto. Notizie recentissime della crisi.

Santo Iddio, che bene doveva volergli se per lui egli non esisteva ancora? Ma guai se Varedo non avesse soffocato questo grido dell'anima! E si difendeva dall'accusa di non volergli bene, quantunque non potesse volergliene come lei che lo portava nel suo grembo e lo nutriva del suo sangue... Erano dispute brevi che si rinnovellavano spesso e turbavano l'antica armonia.

Il signor Giacinto scese le scale, ajutò i Varedo a montar in carrozza. Avrebbe voluto accompagnarli alla stazione, ma aveva due impegni prima d'andar in ufficio, e se tardava troppo, apriti cielo! I superiori quando si trattava di lui, avevano sempre l'orario alla mano. Bella libert

Oh, ecco Diana a braccio di Varedo osservò la signora Duranti. Va meglio? Diana si sforzava di sorridere e di stringer le mani che l'erano tese. , va meglio, molto meglio... A ogni modo, è opportuno ch'io vada a casa subito... Alberto m'accompagna... Tu, mamma, puoi restare... No, no, io vengo con voi... Gli amici mi scusano...

Il treno correva, correva nella notte profonda; tutta la vettura oscillava, scricchiolava, tremava. Alla fioca luce che pioveva dall'alto, Varedo vedeva i suoi compagni dormire, diversamente atteggiati: Orsara, rannicchiato in un angolo, coi pugni serrati sotto il mento; Cataldo con la cravatta sciolta, le braccia ciondoloni, la testa dondolante, la bocca aperta; Francioni rigido come una sbarra, con le lunghe gambe distese fin sotto il sedile dirimpetto. Nei cristalli dei finestrini, chiusi, nonostante il caldo, per paura della malaria, si riflettevano con linee indecise le immagini del di dentro: la lampada, le pareti, i divani, le valigie nella reticella, le persone dormienti... e, insieme col resto, una faccia pallida, ansiosa.... Di tratto in tratto, con la rapidit

Varedo prese il primo treno diretto per Roma. Aldini tornò all'albergo ov'era disceso venendo a Torino, e ove s'era sempre tenuto una camera benchè nelle ultime notti della malattia di Bebè egli dormisse in casa di sua nipote. Mi prepari il conto egli ordinò al direttore dell'albergo. Parto stasera. Per Modane alle 23.25? chiese il direttore che credeva esser questa la sua direzione.

Senza rispondere all'augurio, Varedo le regalò un biglietto di cinquanta lire e la congedò con parole amorevoli. Ella uscì confusa e singhiozzante. Con uno sforzo energico di volont

Bebè respingeva l'Irene, non dava retta alla sua mamma, voleva a ogni costo che Miss Olivia montasse in vettura anche lei. Miss Harrison, esitante, stava per chiamare il conduttore. Potrei scendere a Portonaccio... Ma Varedo intervenne opportunamente. No, Miss Olivia, sarebbe peggio... La si lusingherebbe per nulla. Diana consentì nell'opinione del marito. , temo anch'io che sarebbe peggio.