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E questi tali dichino tanto che crepino. RUFINO. Ámenne. Aspettate qui, se vi pare. CURZIO. Odi. Oh Rufino! RUFINO. Che vi piace? CURZIO. A che modo gli dirai, che non se nne accorghino li vicini? RUFINO. Giá mi ha detto Filippa ch'io dica che sono el fratello della Ceca. CURZIO. Or vanne, adunque. Odi un'altra cosa. RUFINO. Dite: che volete?

La superbia non saglie in cielo, ma vanne nel profondo de l'inferno; e però dixe la mia Veritá: «Chi si exaltará, cioè per superbia, sará umiliato; e chi se umilia, sará exaltato». In ogni generazione di gente mi dispiace la superbia, ma molto piú in questi ministri, come Io t'ho decto, perché Io gli ho posti nello stato umile a ministrare l'umile Agnello; ma essi fanno tucto el contrario.

Mai più sola sull'uscio della porta della mia esistenza individuale, potrò ordinare la vita dell'anima mia, alzare lo sguardo serenamente ai raggi del sole, come prima, senza risentire tutto ciò che io provai quando nella mia tu posasti la tua mano.» E il Massarani: Vanne, deh vanne.

FESSENIO. Sei desso, ; e sei anche maschio. LIDIO maschio. Io voglio, or ora, andar dove sai. FESSENIO. Orsú! Vanne a Fulvia, va', mercatante di campagna; che darai olio e piglierai denari. LIDIO femina. Or be': che di' tu? FESSENIO. Se cosa fatto o detto t'ho che dispiaciuta ti sia, perdonami; ché or m'accorgo che per il padron mio ti presi in scambio. LIDIO femina. Chi è il padron tuo?

CECA. Vieni; non dubitare: ché non ti fará male, no. IULIA. Giottone, ti credevi fugire, eh? E dove volevi andare, ch'io non ti trovassi? MINIO. Oimè! perdonatemi, mamma mia. CECA. Madonna, non piú, di grazia. Vanne dentro tu. MINIO. Oimè! Oimè! IULIA. Aspetta pur, ché queste non son nulla a rispetto di quelle che io ti darò. Vanne pur . CECA. Che cosa ve ha egli fatto?

NER. Or, Tigellino, vanne; miei comandi eseguisci: e tu, ricalca l'orme tue stesse; Ottavia incontra, e dille, ch'io solo quí sola l'aspetto. È rea Ottavia assai; qual dubbio v'ha? sol duolmi che a convincerla primo io non pensai. E fia pur ver, ch'altri ad apprender abbia mezzi a Neron per atterrar nemico?

A proposito di fumo, Teodoro! proseguì il Pietrasanta, chiamando il servitore, che fu sollecito a comparir sulla soglia. Apri quella finestra, ma lascia chiusa la persiana, «perchè la brezza mattutina un varco trovi, e il raggio del non ci percuota. VanneEd eccovi ora, in disadorna prosa, a che stavo pensando, mio caro Salvani, innanzi che veniste voi.

Luce e Viola si ricambiarono una occhiata significante, poi rivolgendosi a Fidelia: Vanne, le dissero, la piet

P arlava il vecchio lacrimando forte, E poi le labbra cosí chiuse, ch'egli N on mai piú volse aprirle; ma co' gli occhi I n un parete fissi, geme e piagne T anto che fece l'ultimo sospiro. V attine al ciel, alma d'ogni ben carca! S'udí una voce dir vanne felice!

Le fiamme crepitano da ogni parte. TIMANDRA. Cimoto, vanne! Le fiamme incalzano! Ancora un istante e non sarai più in tempo. E tu? TIMANDRA. Io... io compio il sacrificio... ed infioro la vittima... vanne! Le fiamme son qui. CIMOTO. Timandra, hai ben sentito che egli mi ha detto di non lasciarti?