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Aggiornato: 26 giugno 2025
Nè Poussin, nè Claudio, nè Salvator Rosa sarebbero certo qui venuti a trarre per le loro marine l'ispirazione. Nulla vi ha qui di epico, di eroico, di grandioso, di ardito, di bizzarro, di fantastico. Tutto v'è ampio, largo, indeciso, ma tranquillo, pieno di dolcezza, idillico insomma.
L'addornamento di questa cittá è la pietá e misericordia, perché n'ha tracto il tiranno della ricchezza che usava crudeltá. Ine v'è una benivolenzia con tucti i cittadini, cioè la dileczione del proximo. Èvi la longa perseveranzia con la prudenzia, che non va né governa la cittá sua imprudentemente, ma con molta prudenzia e solicita guardia.
Alla Valenzia, così come gli poteva permettere l'abituale durezza de' suoi modi, spruzzò con acqua la fronte affine di farla riavere. «Valenzia,» cominciò poi a chiamarla per nome, «Valenzia!» «O Fossano, perchè mi lasci tu qui?» «Destatevi su via, fate presto che meglio per voi.» La giovane si rizzava. «Se amate il vostro meglio, v'è mestieri di coraggio; alzatevi, presto.»
Accanto alla chiesa v'è la celebre Universit
V'è chi corre al timon, chi i remi prende; van per uso agli uffici a che son buoni: chi s'affatica a sciorre e chi a legare; vota altri l'acqua, e torna il mar nel mare. 13 Ecco stridendo l'orribil procella che 'l repentin furor di borea spinge, la vela contra l'arbore flagella: il mar si leva, e quasi il cielo attinge.
Dell'altre monachette ognuna crede, e lievan occhi e mani al paradiso. Marfisa a dir l'uffizio ognor si vede, e un giorno fu trovata all'improvviso con un flagello, mezzo ignuda, ardente, che si battea le spalle leggermente. Non v'è piú alcun che per santa non l'abbia. Al parlatorio andava qualche volta, ed affogando nei polmon la rabbia, ragiona a Bradamante e umil l'ascolta.
Ora questi miei scrupoli m'obbligano a ricorrere al Conciliatore per la spiegazione d'un fenomeno, cercata da me invano ad altre persone. È un'inezia; eppure non v'è uomo qui che si compiaccia di ragguagliarmene, e tutti, né so perché, me ne fanno un mistero. Fui al teatro della Scala la prima sera d'uno spettacolo.
C'è... c'è... che siamo nati sotto una cattiva stella, brontolò mastro Jacopo abbandonandosi su d'una scranna, e gettando la berretta in un angolo. In nome di Dio, parlate; gridò Spinello, lasciando di lavorare. Che v'è egli intervenuto di grave?
Trattatela come trattaste Roberto, per esempio! continuava l'antica serva di Enrica, insinuando il suo veleno viperino. Voi siete abituata a distruggere chi v'è d'ostacolo.... Oh, se l'avessi qui... mormorò Enrica, e digrignava i denti. E che le fareste?
O padri! o genitrici! il più efficace V'è dato minister sovra la terra: Da voi pende de' figli la verace Intima calma, o la perpetua guerra.
Parola Del Giorno
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