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Aggiornato: 25 giugno 2025
Giunto al castello si arrestò; entrò nelle anticamere; baciò ad una ad una le sue cameriere; strinse la mano alle sue livree verdi, e si buttò al collo di una di esse che accarezzò con molta tenerezza, e a cui disse parole colme di passione e di affetto. A quella vista le cameriere e le livree verdi fuggirono, e corsero urlando a rinchiudersi nelle loro stanze.
Il fanciullo strillava urlando gli togliessero cotesto ingombro, non gli rapissero quello che Dio solo può dare, la vista del cielo. In questa si notò alla porta del cortile uno agitarsi di gente, uno scansarsi di soldati, e lenta procedere in mezzo a loro una carrozza. Le voci del popolo percuotevano turbinose le mura del carcere come ondate di mare in burrasca: Grazia! Grazia!
Duffy afferrò il condannato e lo gettò sul letto. Gli altri due uomini lo presero per le gambe e lo tennero fermo. Cornetta si dibatteva urlando. Duffy lo frugò, trovò la lettera e ce la porse.
Un calcio poderoso fece spalancare con violenza l'uscio del salotto, che la serva aveva richiuso, e i banditi irruppero urlando: non vi muovete o siete morti! Uno di que' demóni era avanti, con la lanterna in una mano e il fucile nell'altra, gli altri venivan dietro in sull'orme, con certi visacci da atterrire.
La tien don Guottibuossi per la mano, e promette gran cose all'impazzata: talor minaccia i cagnolin parecchi, che, al pianto urlando, intruonano gli orecchi. Ruggero a Carlo Magno la sventura narra, e soccorso al suo caso dimanda.
Altri gruppi prendevano d’assalto le porte delle case, a colpi d’accetta. E come le porte sgangherate e scheggiate cadevano, i Pantaleonidi saltavano nell’interno urlando, per uccidere. Femmine seminude si rifugiavano nelli angoli, implorando piet
Dalla parte del porticciuolo ecco venirne un drappello di giovanetti armati di fucile, i quali avevano per capo un elegante giovane di forme robuste che, sguainata la spada, si cacciò urlando di fronte a coloro che tenevano i due prigionieri, e in un attimo i suoi compagni trassero i colpi di fucile; cui fu risposto dai militi che guidava il capitano pescivendolo.
Ora poichè pel riposo, e per le cure di alquanti giorni ebbe Rogiero rimarginate alla meglio le ricevute ferite, avvenne che certa volta, essendo lontano Ghino pe' bisogni della masnada, si mettesse soletto per la foresta; teneva le braccia incrociate sul petto, il capo chino a terra, camminava or lento, ora ratto, spensieratamente. La rimembranza delle passate avventure gli assaliva l'anima come un senso di mestizia, poi come irritazione dolorosa, alla fine come eccesso di rabbia; allora tu lo avresti veduto correre, cacciarsi le mani pe' capelli, disfatto nel sembiante, stralunato negli occhi, urlando e bestemmiando, come creatura travagliata dagli assalti del Demonio. Tutto sudante si appoggiava al tronco di un albero, o tra l'ansare dell'affanno sofferto ad alta voce diceva: «Qual è che nega il destino? Venga chi il nega a contemplare la sentenza feroce che mi condanna alla infamia; e se il cuore gli basta, affermi che non sia destino. Ecco, non vedo lato dal quale mi volga, che non sia un delitto: delitto, se sto neghittoso, delitto, se opero. Il sangue di mio padre grida dalla fossa.... chiudiamo il cuore e le orecchie.... egli star
E d'improvviso Valeria fu sveglia. Era tornata in sè. Si rizzò a sedere urlando, e sbattè coi pugni sulla faccia gialla che voleva metterle la maschera. Vide i due dottori, e il vecchio chirurgo, e la suora di carit
E mentre noi, fumando uno squisitissimo avana, rifacevamo a lenti passi la corsia, un orecchiante avvinazzato ci teneva dietro, urlando a squarcia gola una sua reminiscenza dell'opera, tradotta nei versi: «Caro padre a la madre regina «I possenti mangiavan i figli.... : Il testo dice: Cara patria, gi
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