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Aggiornato: 25 giugno 2025
Si dimenò per qualche tempo urlando e ruggendo come una belva, straziandosi le labbra coi denti, stringendo freneticamente le braccia di O'Donovan e di Omar che si sforzavano di tenerla ferma, poi con un improvviso scatto si alzò a sedere colle mani tese innanzi a sè. Ah! ripigliò ella con uno scoppio di risa convulse.
Si aggiungeva a smarrirli altra avventura: i Vandamme, Stoldo dei Rossi, e lo scarso avanzo dei compagni, fuggivano a dirotta verso la porta; quando vi furono vicini di circa venti passi, veduta la saracinesca calata, conosciuti i compagni, vergognando di essere stati côlti in quell'atto di fuga, sapendo ogni via di salute chiusa, si misero in abbandono del corpo, e urlando ferocemente si avventarono contro gl'inseguenti: e' fu indarno; sopraggiungeva tempestando Manfredi, da ogni lato sboccavano feritori, e facevano pressa all'intorno.
Essi si misero a urlare come bestie feroci, agitando minacciosamente le armi. O'Donovan scaricò il suo remington sul più vicino che cadde a terra, dimenando disperatamente le braccia. Gli altri si diedero a precipitosa fuga attraverso la gola, urlando con quanto fiato avevano in corpo e saltando a destra e a sinistra per non offrire facile bersaglio alle palle.
Le genti del Mahdi si affolavano attorno a lui urlando sempre con crescente forza: Salute ad Abù-el-Nèmr! Il cavaliere diresse il bianco destriero verso Ahmed che si era fermato ai piedi della collina circondato dai suoi dervis e dalla sua scorta di Bagg
Allora quelli che, come dietro a un torrione, s'erano tenuti a riparo alle spalle di Alpinolo, con un coraggio da non dire si precipitarono addosso ai fuggenti, per aver la gloria, men bella forse, ma più sicura, di batterne i terghi, urlando a tutta gola: Viva Santa Maria! Viva i Raspanti! Vergogna ai Bergolini! Viva i Gambacurti! Viva gli Aliati!
Si mise a correre attorno alle gelide pareti cercando un'apertura, urlando come un dannato, bestemmiando Dio e il Profeta, si gettò per terra rotolandosi fra le pozzanghere, e tre volte precipitossi contro le pietre colla testa bassa, colla idea fissa di spaccarsi ii cranio, ma fosse un barlume di speranza, la paura di lasciar sola Fathma nelle mani della vendicativa greca o che altro, sempre s'arrestò.
Il figliolo non voleva andare a nessun costo e si mise a correre come uno spiritato offrendo un gradito spettacolo alle guardie che ci circondavano e che si erano tutte rizzate per goder meglio la scena, urlando ad ogni poco: piglialo piglialo.
Il conte rimase per alcuni secondi a guardarla con occhio stralunato: i suoi denti si urtavano. Poi quando cominciò a capire che tutto per Adriana era finito, ebbe un grido di belva ferita a morte e fuggì stringendosi le tempia fra le mani, gemendo, urlando: Sono io... io che l'ho uccisa!
Certo è che quella notte mi parve interminabile; passai il tempo alla meglio, recitando, cantando, urlando o rodendo le mie scarse provviste, ma specialmente contemplando l'indicibile orrore di quel paesaggio. Chi ebbe la fortuna di vedere un simile spettacolo, non l'avr
L'eco del sotterraneo solo rispose alla disperata invocazione. Egli si mise a correre all'intorno come un pazzo, urlando e bestemmiando, chiamando Fathma che ormai credeva perduta, incespicando ad ogni istante, cadendo e risollevandosi. Trovò la porta, vi cozzò furiosamente contro cercando di scassinarla, ma non riuscì nemmeno a scuoterla.
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