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Il signor Kyllea, pallido, smaniante, strizzandosi le mani, si volgeva di tratto in tratto a guardare nella stanza accanto... Ah! Se non ci fossero le donne!... Ho tre Remington! Don Liddu, che era andato ad affacciarsi dall'alto della terrazza, venne ad annunziare: Se ne vanno!... Hanno guastato tutto!... Ma lungo lo stradone scende un'altra fiumana di gente... Le campane suonano a stormo!

Ebbene, il primo colpo è destinato a lui. Che il Profeta mi punisca se io non l'abbatto. Fuoco! gridò in quell'istante una voce. Si videro i soldati egiziani abbassare un dopo l'altro i remington in direzione della darnas. Un gran lampo ruppe le tenebre seguito da numerose detonazioni e dal crepitìo di legno che fendevasi sotto la tempesta di palle.

Vicino alle caserme osservai un'affaccendarsi e un movimento indicibile. Si temeva forse che i Prussiani ci riattaccassero? Nemmeno per sogno! Si trattava di armare tutti i soldati, a qualunque corpo appartenessero, colle carabine Remington e in quell'ora appunto si distribuivano quest'armi.

Essi si misero a urlare come bestie feroci, agitando minacciosamente le armi. O'Donovan scaricò il suo remington sul più vicino che cadde a terra, dimenando disperatamente le braccia. Gli altri si diedero a precipitosa fuga attraverso la gola, urlando con quanto fiato avevano in corpo e saltando a destra e a sinistra per non offrire facile bersaglio alle palle.

Egli credette di far bene aggiungervi degli eccellenti remington ed abbondanti cartuccie. Non si sa mai quello che può accadere, diss'egli, facendo cenno alla sua compagnia di fare largo ai cavalli. Quei maledetti insorti si nascondono persino dietro ad un sasso. O'Donovan, affido questa bella ragazza a te. Non aver timore di nulla, Harry, rispose il reporter. Giungeremo al campo senza malanni.

Ma, se quel ribelle vi tendesse invece un agguato? La mia compagnia è un remington di più che parlerebbe, ve l'assicuro, con una precisione terribile. Non abbiate timore che ci si giuochi un brutto tiro, O'Donovan. Quel selvaggio Bagg

Se tu l'ammazzi prima che abbia a parlare con Tepele non sapremo più mai dove potremo trovare Abd-el-Kerim. Frenati per mezz'ora. L'almea che si era rizzata sulle ginocchia col remington in mano, tornò a sdraiarsi. Aspetterò, mormorò. La greca dopo aver esitato, si era messa a salire la dirupata china saltando di sasso in sasso, di scheggione in scheggione come un'antilope.

Ebbene, e che vuol dir questo? Non sai... lo monta una donna, un uri... Chi? Chi?... È Fathma! Il mio amore! Vola, Abd-el-Kerim! Accorriamo! La faccia dell'arabo si sconvolse trucemente a quelle esclamazioni, però non disse parola alcuna, Montò il remington e sferzò il cammello curvandosi in sella.

Omar lo udì chiedere notizie sulle posizioni occupate dai ribelli e se questi ronzavano attorno al campo da quel lato. Ricevuta una risposta negativa, il nubiano, passatosi il remington sotto al braccio, uscì dall'accampamento inoltrandosi in un palmeto. Dove va? mormorò Omar. Seguiamolo.

Con un salto da tigre si precipitò di sella, s'inginocchiò e puntò il remington. Il colpo partì. Il leone ferito alla testa fece un balzo di quindici piedi, gettando uno spaventevole ruggito. S'arrestò colla criniera irta che lo faceva parere due volte più grosso. Sfuggì alle moschettate di Notis e di Fathma e s'avventò contro l'arabo che aveva tratto l'jatagan. L'urto fu terribile.