Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 15 giugno 2025
Or dunque piú alto e non sí basso adora, ché l'esser mio fu solo in tuo servigio. Mira come ascendendo passo passo, senza mai far in lunga via dimora, di miei cavalli tempro sí 'l vestigio, che l'ampia rota, ove tornando passo, non unqua vario e lasso, finir a la prescritta meta deggio.
Sì fatto apparve intra virtù sublimi Il sangue tuo: dietro sì belle scorte Sul calcato sentier vestigia imprimi, Che del ciel giungerai dentro le porte; Servire a Dio sieno i pensier tuoi primi, Poi fatti caro a la superna corte; I Santi inverso voi tengono i guardi Per lo vostro soccorso unqua non tardi.
<<Questa gente che preme a noi e` molta, e vegnonti a pregar>>, disse 'l poeta: <<pero` pur va, e in andando ascolta>>. <<O anima che vai per esser lieta con quelle membra con le quai nascesti>>, venian gridando, <<un poco il passo queta. Guarda s'alcun di noi unqua vedesti, si` che di lui di la` novella porti: deh, perche' vai? deh, perche' non t'arresti?
23 Deh perché voglio anco di me dolermi? Ch'error, se non d'amarti, unqua commessi? Che maraviglia, se fragili e infermi feminil sensi fur subito oppressi? Perché dovev'io usar ripari e schermi che la somma belt
Or che farò? se 'n Colco unqua ritorno, Da quei Regi il mio biasmo ecco cantarsi; Se nel Regno di Rodi io fo soggiorno, Pur oggi i falli miei vi fian cosparsi, Ed udralli Ottoman; cotanto scorno Non è da sofferir per Anacarsi; E se contra il desir stata è mal forte, Emenda farne le convien con morte. Ma perchè m'abbandono? a che non stringo La spada, e volgo il piè su quelle arene?
«Questa gente che preme a noi è molta, e vegnonti a pregar», disse ’l poeta: «però pur va, e in andando ascolta». «O anima che vai per esser lieta con quelle membra con le quai nascesti», venian gridando, «un poco il passo queta. Guarda s’alcun di noi unqua vedesti, sì che di lui di l
S'io 'l feci unqua che mai non giunga a riva l'interno duol, che 'l cuor lasso sostiene; s'io 'l feci, che perduta ogni mia spene in guerra eterna de vostr'occhi viva; s'io 'l feci, ch'ogni dì resti più priva de la grazia, onde nasce ogni mio bene; s'io 'l feci, che di tante e cotai pene, non m'apporti alcun mai tranquilla oliva;
Che più deggio narrarti? immensa istoria Faransi al mondo i costui fatti egregi, Nè per gli anni remoti unqua memoria Fia, che pensando con stupor nol pregi; Indarno a segno di cotanta gloria Dispiegheranno Imperadori e Regi O carchi d'arme, o disarmati il volo; E scoppier
Termine ei fisse a i Rodïan dolori Pur come piacque al suo volere eterno, E tante de' demoni ire e furori Volle serrar nel tenebroso inferno; Però ne l'alto in fra gli eterei cori Del numeroso esercito superno Egli rivolse in ver Michele il guardo, Unqua suoi cenni ad ubbidir non tardo: XXXIX
In altr'uom, gioventù non mai simile Rodi mirò; viso vermiglio e bianco, E per nobile sangue aria gentile, Ed in robuste membra animo franco. Ma perchè tanto onor sembrasse vile, La forza del tesor gli venne manco; Ed a Creùsa, onde Alcimida nacque, II sì povero pregio unqua non piacque.
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca