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Le due dame parlavano vivamente di un'impresa, che le preoccupava da lungo tempo: l'idea era stata della contessa Ginevra, ma senza l'aiuto dell'amica non vi si sarebbe mai accinta. Si trattava di una casa, nella quale accogliere i bambini, che le mamme operaie sono costrette ad abbandonare nel giorno, andando al lavoro; occorreva quindi un buon numero di brave donne, ed alcune fra esse al caso di fare da balie, per custodire ed allattare i piccini nella giornata. Al momento, da casa avrebbe servito una delle molte, che la contessa Ginevra possedeva nella citt

La sorpresa era dovuta ad un maneggio del delegato di polizia che dalle sue spie, aveva conosciuta la presenza dei tre capi proscritti ed avea preso le sue misure per assicurarne la cattura, sperando con questo di meritarsi un berretto di cardinale. Allettato da un'impresa che credeva facile, contro pochi proscritti, si accinse ad inseguirli nel bosco col maggiore accanimento.

Come c'entrate voi? chiese il gesuita. È un mio segreto, ed io non ho la pretensione d'insegnare a voi che i segreti si custodiscono gelosamente. Bonaventura si morse le labbra; egli padrone di tanti segreti, non possedeva questo, che doveva essere dei più rilevanti, poichè aveva condotto quell'uomo tra' suoi piedi, a guastargli un'impresa così bene avviata.

Evidentemente la cosa non poteva andare diversa nello spirito del Macchiavelli. Quelle scorrerie attraverso la storia di Tito Livio prodotte dalla sua passione per la politica del tempo nella quale era stato battuto, dovevano conchiudere a un'impresa. La sua critica senza metodo scientifico non era che una riflessione circoscritta nei fatti storici e animata dai loro sentimenti. Macchiavelli osservatore artistico della politica e da essa trascinato a diventarvi attore subalterno aveva dovuto naturalmente prendere la propria facolt

«Madonna» rispose il generale Comandante la cittadella di Messina, «Voi non dubitate certamente dell'immenso mio desiderio a compiacervi, ma voi mi proponete un'impresa ardua.

Onde, la sua vita era in preda ai mille fattori che costituivano il suo carattere; e la definizione più vera d'Ettore Caccianimico poteva limitarsi a considerarlo uomo senza linea di condotta e fors'anco senza mai un perchè d'azione. In questo senso, egli era cieco; si buttava a un'impresa o ne rifuggiva con terrore, egualmente; e se avesse dovuto spiegar la sua esistenza, avrebbe scoperto che quei motivi i quali l'avevano annientato in una vicenda, erano i medesimi che in altra vicenda eguale l'avevano infiammato di volont

Il Piemontese gli aveva detto due giorni avanti: Io dovrò assentarmi per qualche mese. Qui tutti hanno paura di metter fuori quattrini e avventurarli in un'impresa; e senza capitali, le industrie non vanno avanti: vado a cercarli lassù, in Piemonte. Tu baderai a fare e a far fare quel che si potr

Temendo però che altri si avvedesse della sua debolezza, si alzò, e congedatosi dalla signora, uscì da teatro. Fu quella un'impresa da eroe, sebbene egli, per sentirsene l'ardimento, avesse avuto mestieri del sopraggiungere d'un nuovo visitatore, al quale, o subito o poco dopo, avrebbe dovuto cedere il posto. Il povero giovane era entrato tranquillo in teatro, e ne usciva profondamente turbato.

Fermate! aspettate! gridò in quella la voce calma e severa di un uomo, che pareva il capo della riunione. Ogni movimento incomposto condusse sempre a rovina. È necessario adunque che le nostre mosse siano coordinate insieme, e regolate da un piano, perchè più pronto e sicuro sia l'effetto. Solamente una disciplina assoluta accoppiata a disperato coraggio può condurre a buon termine un'impresa come la nostra. A me dunque; ascoltate. Brevi saranno le mie istruzioni. Pronta e rapida sia l'azione. Il movimento deve aver principio alla stessa ora in diversi punti di Roma, per distrarre e dividere le forze dell'inimico: una volta impegnata la lotta, la citt

Voglio credere finalmente, che lei non arrivi al punto di negare che c'è una logica severa a cui le volizioni e le azioni dell'anima nostra debbono necessariamente conformarsi, anche nell'errore; e che, tanto nella vita quanto nell'opera d'arte, la creatura umana la quale si mette a un'impresa con mezzi disadatti al suo intento è da giudicarsi o pazza o imbecille, o per lo meno non sana.