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Aggiornato: 10 giugno 2025
Ond’egli, che oramai non sperava piú nulla, nulla piú le chiedeva; e non sentendo alcun bene se non in vederla, triste e sconsolato, ma sempre con destrieri nuovi e mirabili, passava tutti i giorni sotto alle finestre di lei e ogni volta poteva vederla la salutava umilmente: essa moveva altrove i begli occhi.
"Messer riverito, io vi prego di star bene, e bacio umilmente le mani a madonna Bianchinetta e a madonna Fior d'oro mia nobil cognata; che veramente io non mi risolverò mai di chiamarla suocera, contro ogni apparenza di ragione. Bianchina mia a voi tutti si raccomanda. "Di Genoa, li 6 marzo anno Domini 1506.
Albertina chinò la fronte, in atto di rassegnazione sublime. Poi dolcemente, quasi umilmente, gli disse: Il vostro dolore è legittimo, è sacro. Ma pensate, signor conte, che un angelo è salito in cielo a pregare per voi. Il conte Ettore fu atterrato da quella calma risposta; ed anche si pentì d'aver parlato con tanta durezza. Perdonate; le disse. Voi che credete, siete angeli in terra.
No, signora, vi dico che sono scappato. E perchè? chiese ella a quel colosso. Perchè avevo paura disse lui, semplicemente. Oh! fece soltanto lei, celandosi il volto per ribrezzo. Avete ragione disse lui, umilmente. Ma la paura non si vince: sono fuggito. Non vi vergognate, non vi vergognate? chiese ella, tremando di emozione.
Fra loro, la moglie e la giovinetta figliuola dell'infermo; quella, abbandonata sulle ginocchia, accosciata per la stanchezza del dolore, e col volto bagnato delle lagrime scorrenti; questa, umilmente composta in atto di preghiera, accanto alla candela benedetta che ardeva da un lato, e tutta rassomigliante ad uno di que' serafini che vediamo effigiati ne' quadri dei nostri antichi pittori; bella quantunque pallidissima, spirante in ogni atto una calma rassegnata, un non so che di paradiso.
Verissimo, rispose costei umilmente inchinandosi col capo, verissimo: la lingua sfrenata del maldicente percuote più facilmente le vedove isolate e leggiadre, alle quali si fanno i conti addosso con molta malignit
E perchè, perchè si conserva, ora che le sorti di Roma sono di tanto cangiate? Ma, per Quirino e per Venere genitrice, chi è che li fa, questi forti Romani? Noi! Finora no. I nostri mariti trionfano in cocchio; noi andiamo umilmente a piedi.... e non c'è mica occasione di trionfi, per noi. Eh via, s'ha da credere?
Il cavaliere lo seguì in silenzio; la sala da pranzo era la cucina; non ve n'era altra nell'osteria. L'oste istesso venne ad incontrare quello che aveva indovinato essere un ospite di gran conto, e lo pregò umilmente a perdonargli se non gli era possibile servirlo in luogo migliore. Il conte rispose con distrazione che ciò gli era indifferentissimo.
Che c'entrava lei? Questa domanda si affacciò naturalmente al pensiero di Gino. Neanch'io, se penso come han guadagnata la loro esperienza; rispose allora, umilmente. Ma per seguitarli, per oltrepassarli, che sarebbe meglio, bisognerebbe sempre osare.... Siete anche timido? Dopo tutte le vostre avventure, di cui non mi congratulo niente con voi? Timidissimo, marchesa.
Una mattina di estate, all'ora in cui il dottore era solito ricevere in casa, il servo introdusse un signore nel quale il dottore ravvisò non senza meraviglia il signor Hutley, il padre di Jenny. Costui gli tenne questo strano discorso: Voi siete un orgoglioso: avete lasciata la mia casa dove tutti vi volevano bene; ora io vengo umilmente a pregarvi di ritornare.
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