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Questi soli erano i pensieri onde ei nudriva la calda fantasia, e rapito nell'ideale di un oggetto celeste, nulla poteano su lui le cure terrene, cui non desse alimento l'altissimo suo sentire. Vide le belle Mussulmane e fu insensibile alla loro avvenenza, chè lieve cosa le parvero innanzi alla cara immagine che serbava in petto: ei fu insensibile alle lusinghe de' piaceri che allettavano i suoi compagni sulle sponde del Nilo. Mentre gli altri prendeano sollievo alle fatiche co' sollazzi, ei raccoltosi in solitaria parte trascorrea dolcemente le ore coll'idea di Marcellina, e talor l'alma in dolce quiete fatta pellegrina dai sensi, trasmutate in sogno quelle dilette immagini, gli parea ch'ella venisse a parlargli della sua fede e del suo duolo. Fra i tumulti e le turbolenze militari, ei sempre non intese che amore: ogni salutava il sole e tu la vedrai, diceva, tu vedrai quell'angelo d'innocenza, ed io?... Ah chi sa se ancor mi sar

Quando si riflette che questo editto è uscito dalla penna del più convinto nemico che abbia avuto il Cristianesimo, non è possibile non vedervi un esempio di moderazione e di padronanza delle passioni. Il vescovo Giorgio doveva essere doppiamente odioso a Giuliano, e come cristiano intollerante, e come amico e confidente di Costanzo. Pertanto la sommossa degli Alessandrini poteva esser considerata da lui come una prova di zelo e di devozione, come la dimostrazione più solenne del favore che la restaurazione, da lui iniziata, trovava nella capitale del commercio e del pensiero d’Oriente. Ma Giuliano, fedele al suo programma, non vuole sangue, violenze, turbolenze. Egli, certo, non permetteva la violenza dei Cristiani che correvano a perseguitare chi non credeva ciò che essi credevano, ma non permetteva nemmeno la violenza dei Pagani che da stessi si facevano giustizia. L’ordine nella tolleranza reciproca era il suo programma, ed egli ancor s’illudeva che il Paganesimo avesse in tanta forza d’attrazione che, riposto nella libert

Fra i codici del conte Manin in Venezia si conserva un'anonima relazione dell'impero dei Turchi e dei Persiani dell'anno 1575, nella quale sono ripetute le cause naturali e permanenti dell'avversione fra quei due imperi ; e fra i codici del cavaliere Cicogna, il trattato della guerra di Persia del 1578 presentato al senato dal bailo in Costantinopoli ser Nicolò Barbarigo, e la relazione delle turbolenze che agitarono la Persia sotto Ismaìl, scritta a quanto pare dal console veneto in Soria, Teodoro Balbi, nel 1582 .

Ma ripigliando il discorso su quelle civili turbolenze, dico che mentre dalla Reggenza davansi tutti que' provvedimenti, che le circostanze offrivano, per impedire i maggiori disordini, unironsi i Collegi elettorali. Ma nacque dubbio, se alla loro unione si dovessero ammettere gli elettori che appartenessero a quei Dipartimenti, che gi

Della serie di quelle turbolenze non accade giá farne racconto, perché ella è ormai nota nelle storie appresso piú autori, essendosi alla malcontentezza delle soldatesche per le monete mescolata l'ambizione e l'interesse de' grandi, con pericolo di total sovversione del governo.

Avendo gli occhi rivolti alle prime passioni, non l'ho mai chiusi verso l'alba riposai molto: sogni, ombre, larve e turbolenze m'avean inquietato l'animo, e tutti i sogni son stati travagli di Carizia. Mi destava per non conportargli, e pur dormendo sognava travagli. Veramente i travagli son ladri del sonno.

L'albergo dell'Ussero era assai frequentato poichè tutti vi si trovavano comodamente ed a loro agio; la vicinanza inoltre del Castello e la numerosa guarnigione che in quei tempi di turbolenze l'Austria manteneva in Milano l'avevano fatto pure il geniale convegno di soldati d'orni arma e d'ogni grado.

Il Duca, più irritato da quel rifiuto, voleva ad ogni modo domare e punire quel fellone, onde tentò di procacciarsi i modi d'avere soldati e danaro imponendo nuove taglie e gravezze; ma la miseria ch'era grande, e la carestia che s'andava aumentando, fecero non solo inefficaci le gabelle, ma il travagliato popolo eccitarono a turbolenze e sedizioni che costrinsero lo Sforza a deporre ogni pensiero di continuare la guerra.

Ci fu veduto come, fra i Grigioni, tutto andasse in brighe di potenze straniere; fra le quali si dimenticava l'interesse della patria. Gli ambasciatori francesi, con disapprovare la lega fatta coi Veneziani, caddero in sospetto di esser d'accordo colla Spagna: sicché l'ambasciatore Gueffier, denigrato dai predicanti, dovette fuggire negli Svizzeri: quinci lamenti e turbolenze, fra le quali pigliavano il sopravento i predicanti, venuti ormai il tutto del governo, come succede ai pochi che schiamazzano mentre i più stanno savi e tranquilli. E avendo intesa con Zurigo, Berna e Ginevra, non cessavano di gridare doversi far nello Stato una sola religione, essere violate le costituzioni poi bocconi stranieri, si operasse una volta efficacemente a rintegrare la libert