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Aggiornato: 20 giugno 2025


Da quale avo guerriero quell’ebbrezza del sangue a lei veniva, e, nel sognarlo, quell’occulta spasmodica dolcezza?... Fontanelle di sangue zampillare scorgea dall’imo del suo cor profondo; e d’un tragico rosso imporporare ogni giardino ed ogni via del mondo. La visione. A raccoglier nel cavo della mano quel suo bel sangue dilagante a rivi, venìan turbe, da presso e da lontano.

Poi del Giordano a le paterne sponde Fassi veder da l'orrida foresta, Ove gridando infra le turbe immonde L'erto cammin de la salute appresta; Evvi, ch'umile al Redentor diffonde Limpido rio su l'adorata testa; Evvi, che d'alto il Genitor rimbomba; Evvi fra lampi d'or l'alma colomba.

Atro sangue mortal dintorno inonda, Quasi torrente altier, l'ampia contrada, E pur per entro uccisïon profonda Tinge AMEDEO la formidabil spada. Qual dove fertil pian Cerere imbionda Sotto buon mietitor casca la biada: Tal quì le turbe impallidite e vinte A' colpi del gran re cascano estinte.

Favellando così, poco lontano Fecesi al campo, ove confuse insieme Fuga prendeano, e da la nobil mano Poco le turbe di salvarsi han speme; Nube di polve sollevar dal piano, E percotere il ciel querele estreme Vede Anacarsi, e ne l'ignobil guerra Aste, ed insegne ricoprir la terra.

Rimembrate quei tanto feroci; Io dimando ora a voi vostre promesse. Per questi gridi divenute atroci Le turbe dianzi da viltate oppresse Stringonsi vivamente a le lor scorte, Da se sgombrando il vil pensier di morte.

2 Se, come il viso, si mostrasse il core, tal ne la corte è grande e gli altri preme, e tal è in poca grazia al suo signore, che la lor sorte muteriano insieme. Questo umil diverria tosto il maggiore: staria quel grande infra le turbe estreme. Ma torniamo a Medor fedele e grato, che 'n vita e in morte ha il suo signore amato.

E al primo l'arte soldatesca vincea; e sparpagliavansi i nostri: se non che entrò nella battaglia una potenza maggiore dell'arte, il furor del vespro, rinfiammatosi a un tratto nelle sparse turbe, che arrestansi, guardansi in viso: «Morte ai Francesi, morte ai Francesi!» e affrontatili con urto irresistibile, rincacciano nella rocca laceri e sgarati i vecchi guerrieri.

Vide Gierusalem cader sue mura A spessi colpi di nemici acciari, E farsi polve per la fiamma oscura Le torri, di sue turbe alti ripari; Da l'altrui man non fu magion sicura, Preda i sacri tesor, preda gli altari; E s'impressero allor vestigia immonde Del gran Tabor su le famose sponde.

A l'alte prove un Beccarìa presente, Nato in Pavia, di fulminar non resta, Crudo a veder, qual Mongibello ardente, Crudo come Ocèan quando tempesta. Seco col grido, e con la man possente Un Castiglion le turbe avverse infesta, Cui del Sol luminoso a i raggi diede La citt

Quando appariva di lontano la vergine Bernadette, co’ suoi capelli pieni di vento ed il suo povero scialle di lana fulva, un immenso grido si alzava da quelle turbe inginocchiate; la Santa passava tra loro, alta, pallida, senza guardare alcuno. Un giorno camminò fino al limitare della grotta, poi si volse e disse:

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