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Aggiornato: 20 giugno 2025
Che nel giorno 8 maggio il Rondani, il fido compagno del Turati, si recò in Svizzera; ed a Brissago, Locarno, Bellinzona e Lugano cercò riunire, formare in bande e dirigere al confine i numerosi operai italiani per accorrere a Milano in aiuto degli insorti.
Quando mai egli rispose di no alla preghiera di un umile, di un disgraziato?... Filippo Turati lo chiamò, a ragione, «vittima delle vittime». Vittima, se mai, per esserne il terribile difensore. Ognuno di noi che abbia buona memoria ricorda il triste processo contro il cappellano confessore di un istituto per le bimbe abbandonate.
De Andreis invece si toglieva la giacca lui non stava mai che in maniche di camicia la metteva con cura sul letto di Turati, accendeva una sigaretta e ricominciava a mandare a memoria delle declinazioni latine!
Alla stazione centrale si fecero prima uscire De Andreis e Romussi. Quando discesero dal predellino della vettura Valera e Federici, gli altri due erano scomparsi. Turati lo si fece partire per Pallanza mezz'ora dopo, in un omnibus piccolo, che lo aspettava nello stesso cortile. Egli si era portato via il materiale per scrivere un libro sul socialismo italiano.
Della sua agitazione, dei suoi studi, della sua prigionia, del suo sfratto dall'Italia, dei suoi amori, della Rivista Internazionale del Socialismo ch'essa pubblicava con Costa, della nascita della sua Andreina, delle sue tribolazioni, della sua laurea di dottora, della sua unione con Turati, della sua malattia crudele, ma non la vidi più che nel '95, cooperatrice e collaboratrice della Critica Sociale.
Antonio si mise in tasca un pezzo di pane, ed uscì con premura dalla stanza, lasciando le due donne a fantasticare sul suo misterioso progetto. Egli montò all'ultimo piano della casa, e battè ad un uscio logoro, macchiato, e pieno di spiragli turati coi cenci e colla carta. Una voce rispose debolmente: Entrate. Antonio si trovò in una specie di bugigattolo rischiarato appena da un lumicino a olio.
Tra gli arrestati c'erano il deputato De Andreis, il direttore dell'Italia del Popolo, l'avvocato Romussi, direttore del Secolo, l'avvocato Federici, Valentini, ex direttore della Sera, Ulisse Cermenati dell'Italia del Popolo e il professore Gilardi del Secolo. Lunedì ho registrato gli onorevoli Turati e Bissolati e la dottora Anna Kuliscioff.
La Kuliscioff, che Turati vedeva spesso nella stanza dei colloqui speciali, era determinata a sostenere una battaglia in favore dell'abito del condannato politico. Essa aveva gi
«....Il romanzo del Valcarenghi sintetizza in modo chiaro e semplice quello cui pochi hanno accennato appena, e che infine è nella coscienza di molti. Neera, Gerolamo Rovetta, Antonio Fogazzaro, Bruno Sperani, Filippo Turati, Memini non hanno potuto leggere le Confessioni di Andrea, senza provare una commozione profonda.
Turati aveva una pallida speranza di rimanere al Cellulare con la compagna della sua vita o di andare a Pallanza, dove la sua buona mamma avrebbe potuto andarlo a vedere di tanto in tanto senza fare un lungo viaggio. Romussi aveva paura di ritornare a Finalborgo, un luogo maledettamente umido, lontano da Milano, ove gli sarebbero ritornati i dolori artritici. Federici era considerato il fortunato dei fortunati. Lui aveva gi
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