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Aggiornato: 26 maggio 2025


Costui però non se ne dava per inteso, e tutto tronfio per la bellissima fidanzata, lasciava cantar le cicale, mentre coi capitali di S. E. Zaccaria e sotto il patrocinio di suo santolo e di sior Bortolo si disponeva ad aprire nel villaggio di Oriago la nuova bottega di caffè e liquori col titolo pomposo: All'Imperatore d'Austria.

Una volta, mentre la seguiva, era stato trattenuto da uno dei quattro commendatori che gli annunciava la prossima nomina di Prospero a senatore; allora chiamò Maria per liberarsi dell'importuno e Mamma! Mamma! le disse come mi sento felice. In quanto a Prospero, per il momento non pensava a malinconie; gongolava tronfio fra il Senato del Regno e la Camera dei deputati. Il pranzo fu cordialissimo.

In compagnia del barbuto conte ne venivano altri due signori; l'uno un giovinotto sulla trentina, il quale alla sfoggiata cravatta, all'abito stringato, mostrava ancora la pretensione d'uno zerbino di primo pelo; l'altro, uno smilzo giovincello che, avanzandosi a dondoloni, diè una forte stretta di mano all'amico, e cominciò a ridere di quel fatuo riso che spesso tien luogo del bello spirito. Costui, erede di un gran casato, e tronfio del suo nome e della fama de' suoi cavalli inglesi, era da poco tempo entrato nel gran mondo sotto l'egida d'una facile matura belt

Oggi, per esempio, ci riempiamo la bocca col tronfio assioma che l'arte è e dev'essere aristocratica, quasi l'arte non fosse stata tale in tutti i tempi e in tutti i luoghi. Niente di più aristocratico di Omero, che pure ai suoi tempi era un cantastorie poco diverso, per certe circostanze, dai ciechi siciliani che vanno pei larghi e per le fiere a stonare le storie in versi dei paladini, dei briganti famosi, dello sbarco di Garibaldi a Marsala e della sua gloriosa entrata in Palermo. Ma la divina aristocrazia di Omero non consiste però in una nebulosit

Stropicciandosi le mani in segno di contentezza, tronfio, invanito di quel colloquio, in cui aveva fatto prova di tanta penetrazione, mastro Bernardo scese le scale; indi, comandato al ragazzo che stringesse le cinghie alle cavalcature dei due forastieri, e alla Rosa che pigliasse in cantina un fiaschetto di malvasia, entrò in cucina, dove stava il nuovo venuto impaziente ad attenderlo.

Il dottore, colla solita prosopopea, lisciandosi i capelli, alzando la testa, accomodandosi i solini, circolava pettoruto e tronfio come un diplomatico ad un ballo di corte, ascoltando le conversazioni con un sorrisetto beffardo, alzando le spalle di tempo in tempo in aria di canzonatura, con evidente desiderio d'essere invitato a dire il suo reputato parere.

Nel passare sotto la porta carrozzabile per entrare nel cortile, Fabio domandava al guardaportone alto, solenne e tutto tronfio di portare la livrea della antica casa principesca, se Sua Eccellenza era tornata.

Tronfio dei novelli onori, e colla sua bella croce sul petto, Marini si aggirava nelle anticamere del Supremo Tribunale. Ad ogni monsignore che entrava, egli accorreva a baciare la mano, e ne riceveva una stretta, un sorriso, una benigna parola, che lo facevano andare in visibilio. Quando fu la volta di monsignor Pagni, questi strinse la mano a Marini più a lungo degli altri, e: Bravo! gli disse.

È una campagna di Caserta; sorge il sole; una striscia rossa è all'orizzonte, si diffonde in un pallido giallo e finisce in un bianco smorto; i monti lontani sono azzurrini, quelli più vicini di un violetto stinto. Sulla via maestra, bianca, polverosa, dove ad ogni quindici passi sorgono mucchi di brecciame bianco, cammina un lavoratore, scalzo, con le grosse scarpe sospese alla cintura, la zappa sulla spalla e la giacchetta infilata ad un sol braccio; un muricciuolo impedisce la vista dei campi lontani, dove il grano attende il venticello di luglio solo un pino sorge come un uomo tronfio e superbo di . Par di sentire il fruscio dei faggi che cominciano ad agitarsi, par di sentire il concerto trillato degli uccelli, pare di veder schizzare le vivaci lucertoline, tanto nervose e simpatiche. Dico, pare; perchè tutto questo è in un acquerello, un gentile acquerello, che mette una nota soave in una orribile camera di citt

Donna Placidia, di sull'uscio della cucina, contemplava quella strana processione, e al silenzio che regnava nella sua stia, le pareva che i suoi polli cantassero in corpo a quella gente contenta. La quale fu vista a gruppi scendere dal colle, col pievano in mezzo, tronfio, acceso in volto, e, si sarebbe detto, beato d'aver pasciuto quei messeri, che lo menavano a zonzo.

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