Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 18 maggio 2025


Di un tratto, la mano del conte di Kormoff, a destra, e quella del principe di Storkine, a sinistra, afferrarono i due polsi del duca di Balbek e, levandosi, i due personaggi gridarono di una medesima voce: Signore, voi rubate! Il duca di Balbek restò pietrificato. I suoi polsi non battevano più. La sua voce si estinse. Solo, il suo labbro inferiore tremolò.

Triste è lo sguardo che danno le sante screpolate degli affreschi; triste la polvere fredda che s'adagia sugli stalli del coro; triste il tremolo ardore delle lampadette nella grande solitudine: tristissima la pace che il tempo ha fatto intorno a noi.

Il lume della candela benedetta mandava un tremolo raggio sulla fronte del vecchio addormentato. E Damiano solo, immobile, pensava al padre, al domani, alla dolorosa battaglia della vita, alla tremenda verit

Che hai fatto in questi giorni? io le chiesi. T'ho aspettato. E tu? Nulla. Ho desiderato di tornare. Per me? ella mi domandò, timida e umile. Per te. Ella socchiuse le palpebre, e un barlume di sorriso le tremolò sul volto. Sentii che io non ero mai stato amato come in quell'ora. Disse, dopo una pausa, guardandomi con gli occhi umidi: Grazie.

Ero giunto al limite del viale. Guardai; non vidi nessuno. La campagna s'immergeva nell'ombra, silenziosa; un fuoco rosseggiava su la collina, in lontananza. Tornai in dietro, solo. A un tratto, qualche cosa di bianco mi tremolò d'avanti agli occhi, si dileguò. Era la prima neve. E più tardi, mentre stavo al capezzale di Giuliana, riudii le cornamuse che proseguivano la Novena, alla medesima ora.

Il Guercio se la rideva sotto i baffi, perchè, non mettendo in conto l'orologio e la catenella del suo tenore col tremolo, quella sera guadagnava milleduecento lire senza molta fatica. L'Architetto, dal canto suo, se si faceva pagare per due, sapeva bere all'occorrenza per quattro. E così fece quella sera; se pure non è più giusto il dire che bevve per sei.

Dopo la morte della figlia Cesarina. Caro è fuggir la stanca afa d'agosto Per voi cercar, e quete ombre dei faggi, Scossi e ridenti al tremolo Rezzo che manda a voi l'umida valle. Caro volger le spalle Al fragor della gente e al vasto tedio Che il piano ammorba per trovar voi, care Ombre nere dei pini, sulla via.

Ed a me parve che un incantamento fluisse da quel lento eloquio, tutti i boschi affascinando. Com'ella tacque, il fremito de 'l suono mi tremolò viva mente a' precordi ch'io rimasi assorto nel mio diletto ripensando a 'l buono Astíoco. E se a la riva d'oro il giglio d'Elai non anche è morto?

Parola Del Giorno

1134

Altri Alla Ricerca