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Aggiornato: 28 maggio 2025
ESSANDRO. Che avendolo forse a male, lo privaste di tanta gioia; e s'egli stesse un sol giorno senza vedervi, si morrebbe di ambascia. CLERIA. Col pensiero forse mi tocca, ch'altrimente non so come possa esser vero ch'egli mi tocchi. ESSANDRO. Dico che vi vede con gli occhi. CLERIA. Come con gli occhi? ESSANDRO. Con gli occhi aperti, e vi tocca con le sue mani proprie.
ESSANDRO. Farò che tocchi la veritá con le mani. NEPITA. Or questo è altra cosa. ESSANDRO. Va' e dille che si facci su la fenestra, ché vuol ragionarmi, e a questo effetto sono qui fuora. NEPITA. Volentieri.
La squilla della vicina parrocchia di Fontain si fè modestamente sentire; i tocchi di quella campana mi scesero in cuore mesti, siccome la preghiera pei moribondi: traversò il viottolo a noi vicino una vecchia cenciosa che portava per mano un ragazzo... Nonna disse quest'ultimo cosa fa tutta quella gente sdraiata?
E, trovata una giovane, quale alla sua condizione era decevole, con quelle ragioni che piú loro parvero induttive, la loro intenzion gli scoprirono. E, accioché io particularmente non tocchi ciascuna cosa, dopo lunga tenzone, senza mettere guari di tempo in mezzo, al ragionamento seguí l'effetto: e fu sposato.
A quei tocchi Bianca alzò il capo, e porse ascolto con tanto desiderio, che più non avrebbe fatto, se fossero state voci della madre sua, morta. E poi volgendosi alla zia, nel buio della stanza: «Oh! disse e noi non ci avevamo pensato! Zia, se mi facessi monaca? «Preghiamo rispose la cieca i frati s'alzano a quest'ora per discendere in chiesa a pregare....» Margherita piangeva.
Io poi lo so: ricominciava essa: nessun bene v'ho fatto, nè posso farvi a questo mondo; non ho più vista, nemmeno per agucchiar negli stracci, come ho fatto fin adesso; ho gli occhi stanchi, pieni di punture; forse li perderò del tutto.... ma prima che mi tocchi anche questa, il Signore, spero, mi chiamer
ESSANDRO. Or io vedendo che la barba tuttavia spunta fuori, come hai tu detto, non posso star piú nascosto in questo abito; e il peggio è che Gerasto, il padron vecchio, è cosí sconciamente innamorato di me che fa le pazzie. Tu lo sai: non mi incontra mai sola per la casa che alla sfuggita non mi tocchi e solletichi.
Fermi! gridò Cardello: Nessuno tocchi niente. E tu soggiunse rivolto a un operaio: va' a chiamare il padrone. Intanto scaviamo più in l
Il giovane, incoraggito, lo interrogava alla sua volta intorno a questo o a quel Sovrano o personaggio della storia contemporanea e ne traeva notizie curiosissime e ritratti compendiati in pochi tocchi sagaci e pieni di colore. Finito il passeggio, buona notte signori: ognuno entrava nella sua tenda fino al domani.
La marchesa Ginevra si era degnata di ammirare quelle armi, e colle sue dita affusolate ne avea tocchi i congegni. Caricò le sue armi colla tranquilla accuratezza di un padrino di duellanti, le depose quindi sulla scrivania, dinanzi la quale risedette, per vergare una lettera. Ed ecco ciò che gli uscì dalla penna. «<i>Mio ottimo Enrico</i>,
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