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Aggiornato: 5 maggio 2025
Ma qualche singhiozzo le stringeva le spalle. Il silenzio durò lungamente; s'intese la signora Veronica chiudere a chiave la porta e discendere frettolosamente per le scale, qualche grido veniva dal vicolo, nel quale una biroccia si era fermata. Le sonagliere tintinnavano. Tina disse piano alla mamma: Nemmeno tu lo conosci? E un buonissimo uomo. Dovrò dirgli tutto?
Gl'indicatori ufficiali delle ferrovie, sfogliati in ogni senso, non davano un responso favorevole. Ormai non c'era altra corsa da prendere che quella delle 20.50. I campanelli elettrici tintinnavano in tutte le sale di Montecitorio chiamando a raccolta i deputati. Andate, andate insisteva lo stesso Varedo. La seduta ricomincia. La Camera è impaziente, e forse si voter
Un piccolo tarbusch coprivale il capo, lasciando sfuggire una nerissima chioma, cosparsa di monetuccie d'oro; un giubbettino azzurro di seta chiudevale armonicamente il turgido seno, e una gonnella a frange d'oro scendevale fino alle ginocchia cariche di aurei cerchietti che graziosamente tintinnavano. El-Mactud fece sei o sette passi indietro fissando quell'ammirabile creatura.
La Teresa Valdengo scese a Milano in un albergo ch'ella sapeva goder buona riputazione, La bella Venezia. Richiesta del nome, trasalì, e poichè, contro ogni sua abitudine, ella era entrata nella via delle finzioni scrisse sul libro, anzichè il proprio, il nome di una zia materna, vedova di un Francese, morta anni addietro senza lasciar discendenti, madame Gilbert. Si fece portar in camera una tazza di brodo ristretto con un rosso d'ovo e dicendosi lievemente indisposta non uscì in tutto il restante della giornata e si coricò prestissimo. Dormì forse un paio d'ore di un sonno agitato, e svegliatasi in sussulto credendo che fosse quasi il mattino accese il lume e con sgomento si accorse che non era ancor mezzanotte. Tentò di riaddormentarsi e fu vano; aperse un libro e non le venne fatto di leggere due righe di seguito. Rimase lì immobile, supina, con gli occhi sbarrati, con la mente fissa in un pensiero. Nell'andito, nelle stanze vicine si udivano suoni e bisbigli; stropiccio di piedi e fruscio di vesti; voci sommesse di forestieri discreti e voci tonanti di forestieri maleducati che senza riguardo dell'ora chiamavano dall'alto al basso della scala; usci che si aprivano e si chiudevano; campanelli elettrici che tintinnavano. O era finito allora qualche teatro, o era arrivata una corsa. Alla lunga i romori cessarono; solo ogni tanto il silenzio era rotto dallo strepito di un veicolo che traversava piazza San Fedele o dai rintocchi di un orologio. La Teresa contò successivamente l'una, le due, le tre. Oh la tristezza d'una notte insonne d'albergo ove l'orecchio non coglie un romore domestico nè l'occhio si riposa sopra un oggetto familiare; oh il senso di solitudine, d'abbandono, d'angoscia all'idea che tutto quanto ne circonda ci è estraneo e che noi siamo estranei a tutto; alla camera che ci accoglie, al letto su cui giacciamo, alla gente che divisa da una sottile parete, russa accanto a noi, e che è venuta oggi non si sa di dove e andr
Chiocciavano le galline, latravano i cani, belavano i montoni, nitrivano i cavalli, cantavano le sentinelle, tintinnavano le campanelle dei venditori d'acqua, disputavano i soldati sulla ripartizione della muna, incespicavano i servi nelle cordicelle della tenda: l'accampamento pareva un mercato.
Nella stanza vicina, per l'apertura dell'uscio socchiuso, si vedeva il marito, il quale, vestito con severa eleganza, se ne stava a leggere, seduto vicino a un tavolino carico di libri e di carte. Di quando in quando dava un'occhiata alla moglie, e si rimetteva a leggere. La strada rintronò sotto le ruote d'una carrozza, e i vetri tintinnavano.... Fu una confusione.
Parola Del Giorno
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