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Aggiornato: 5 giugno 2025


Vi fu un momento che questa abbassò la testa per meglio orientarsi, e il tenente abbassò la sua, rasentando colle labbra i capelli della mia cara cugina. La battaglia era veramente disastrosa per me. Mentre pareva che i due eserciti volessero riposare un poco, le fucilate rincominciarono nel mio cuore: e son fucilate che fanno squarci, non c'è muro che tenga!

Poi séguita: «Da questa téma», la quale tu hai di venire dove detto t'ho, «accioché tu ti solve», cioè sciolghi, che ella non ti tenga piú impedito, «Dirotti perch'i' venni, e», dirotti, «quel ch'io intesi, Nel primo punto che di te mi dolve», cioè che io ebbi compassion di te.

Non è che io tenga in poco conto il commercio e l'industria; si è che son nato ad altro, e son preparato per altro. Giovane come sei e col tuo ingegno, in breve tempo ti faresti la coltura necessaria per una professione più pratica! ribattè la contessa. T'inganni. Non avendo alcuna passione per il commercio, non vi apporterei nulla, rispose Bruno. E resterei sempre tra gli ultimi.

A me è grandemente raccomandato dal signor Adelantado, fratello del nostro glorioso Almirante maggiore, che Iddio guardi, e Sua Altezza il re tenga caro com'egli si merita. Il Ximenes stette a sentire con molta rassegnazione il fervorino per Cristoforo Colombo, che con altrettanta soddisfazione aveva proferito il Deza. E cortesemente lo accomiatò, accompagnandolo fino all'anticamera.

Ed al grande AMEDEO forza non basta che questo leon si tenga a freno? Or se per nostro scampo in van contrasta L'ultimo sforzo del valor terreno, Ombra oscura di morte oggi mi copra, Ma procacciando onor per nobil opra.

Da banda le cerimonie, sempre complimentoso e compito al solito signor Basilio carissimo: ma voi sapete in quanto pregio vi tenga; onde fra noi non han luogo davvero i complimenti. Tutto effetto della incomparabile vostra cortesia; della quale tolga il cielo che io voglia abusare: permettetemi di conservare il più profondo ossequio verso una dama di tanto merito.

Non so come io mi tenga che io non ti tragga la vita del corpo. Ma prima voglio uccidere, a' tua occhi veggenti, colui che tu hai in camera, ribalda! E poi, con le mie mani, a te cavar gli occhi della testa. FULVIA. Oimè, marito mio! che cosa è quella che te muove a fare me rea femina, che non sono, e te crudele omo, ove fin qui non fusti mai? CALANDRO. Oh svergognata!

Che V. M. adesso tenga la sua parola, cui dicono sacra. La terrò per fermo quando avrò veduto io stesso, quando avrò il convincimento che non mi hanno ingannato. Ah! sire, di gi

«Se le resta qualche memoria del passato, o signore, non disprezzi la preghiera d'una povera moribonda: io non prego per me, ma prego per il mio figliuolo; ch'esso almeno non abbia a portare su questa terra la pena del suo nascimento, che non abbia a maledire il nome di sua madre!... Dopo tanto cercar di lui, ho saputo che vive ancora, ma lontano di qui, ma in tal luogo, dove a me sarebbe adesso impossibile ritrovarlo. In questo momento terribile, rinunzio volentieri alla speranza di vederlo una sola volta: così Dio mi tenga conto del sacrificio! Ma un pensiero, un rimorso che non mi lascia mai, è lo spavento ch'egli, nato nell'obbrobrio, cresciuto nella povert

44 Se l'affogarmi in mar morte non era a tuo senno crudel, pur ch'io ti sazi, non recuso che mandi alcuna fera che mi divori, e non mi tenga in strazi. D'ogni martir che sia, pur ch'io ne pera, esser non può ch'assai non ti ringrazi. Così dicea la donna con gran pianto, quando le apparve l'eremita accanto.

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