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Aggiornato: 5 giugno 2025
Ma sempre va dentro la notte oscura Col lume a prora della vecchia fede, Ch'oltre la notte e le tempeste vede. Stolto è infierir coll'onda o contro i sassi O colle rauche spume. Avanti! aspetta A far dal lido una miglior vendetta! L'agili brezze, i molli increspamenti E gli abbracci del mar, sono pei forti: Restano i cataletti agli altri morti.
Gualtiero. Ma dî, che fa Imogene? Mi è fida ancora? d'ogni nodo è sciolta? Solitario. Lasso... e pur pensi! Gualtiero. A lei soltanto. Ascolta! Nel furor delle tempeste, Nelle stragi del Pirata Quell'imagine adorata Si presenta al mio pensier Come un angelo celeste Di virtude consiglier. IL PIRATA, Dramma.
Costoro, fatti più arditi da simili protettori, si spinsero spesso sino all’assassinio. Più volte infatti attentarono alla vita del Vergiolesi. Molti viaggiatori si sapeva che erano stati aggrediti e spogliati de’ loro averi; ad altri poi, ritenuti in ostaggio, assicurata la vita con un riscatto di grossa somma. Infine quel limite dei due Comuni, che erano allora tanti piccoli Stati, era ridotto un passaggio di gran pericolo. Querele continue si facevano a que’ governi; ma troppo deboli, e spesso avversi fra loro, non riuscivan mai a combinare di pari accordo l’esterminio di quella banda. Circa una cinquantina d’uomini agli ordini di Musone v’erano allora, armati come Saracini, di picche, di coltelle, e di scuri. Nelle notti quanto più buie, e fra le tempeste più arrovellate, allora sì che era un via vai di costoro su’ pe’ confini; taciti a due a tre,... a saltar fossi, arrampicarsi su pei poggi; farvisi strada atterrando alberi; e ridiscendere a passar carichi d’ogni maniera. Il fiume per quanto grosso, non li arrestava: lo passavano a guado. Sapevano che il loro capo li poneva a gran rischio: perchè con le milizie de’ due Stati che vi stavano a tutela dei lor gabellieri non che de’ confini, venivano qualche volta alle prese. Ma riuscito il transito della roba, che deponevano o nel folto del bosco, o in qualche capanna, dove di manutengoli non ne mancava, lì eran quelli che dovevan riceverla; i quali, secondo i patti, facevan pervenire a Musone tal somma, che egli, prelevata la parte sua, ripartiva fra loro, ed era sempre vistosa. Raro che sulla via si mostrasser di giorno; o se mai, travestiti, e contraffatti nel viso, quando era forza di aggredire qualcuno, che a quella data ora, carico di danari, sapevan gi
La sorella era stata ostile a quella creatura, aveva visto in lei la colpevole, la seduttrice, colei che lo aveva indotto in tentazione e trascinato al peccato: non sapeva che il tentatore era stato lui stesso; nella calma imperturbata della sua virtù ignorava e non ammetteva le tempeste che sconvolgono le vite umane.
Quando sembra che il cor nel petto muoia. Sciolti e cadenti i suoi capelli biondi Sul roseo volto dai grandi occhi puri, Allor che, o sole, i vasti campi inondi, Ella si siede sotto l'alte frondi Nei recessi al meriggio ancora oscuri. Sulla sua via ell'ha ben lievi impronte, Il suo passato ancora non le pesa, Niun periglio ella scorge all'orizzonte, Le tempeste ella ignora, i mali e l'onte,
Non è vero. Muta di aspetto da un'ora all'altra. Un'ora fa era azzurro; ora, guarda, è cenericcio. Effetto della luce. Bravo! Grazie della spiegazione!... Ma di qui non si vede bene; andiamo laggiù, su la panchina del Molo. Perchè non usciamo in barca fuori del porto? Ho paura. Di che cosa? Dell'acqua. Se sopravvenisse una tempesta.... Le tempeste non scoppiano all'improvviso.
D'inverno, ricoperti da pelli di montone che danno loro sembianze di uomini primitivi, stanno esposti alle pioggie e alle tempeste; d'estate, durante le lunghe ed afose giornate, sono fortunati quando trovano un albero, od una disuguaglianza di terreno, che procuri loro un poco di ombra per sonnecchiare o per mangiare un tozzo di pane asciutto ed un poco di ricotta.
Cominciava il tramonto. Lontano sulle ultime vette una muraglia di nuvole nere si perdeva nel cielo frastagliandosi, quasi confine e baluardo di sconosciute tempeste. Una tristezza umida si aggravava nell'aria. Gli alberi dei campi gi
Colle tempeste appagherai la brama Di qui svernar sul suolo dell'amore? Torvo risponde il Ciel: «Allor letizia «Del suo sorriso abbellir
Ed è, infatti, un santuario a cui ogni uomo di animo elevato non saprebbe avvicinarsi senza commozione, un luogo di pellegrinaggio e di raccoglimento per tutti coloro che sono capaci di comprendere e ammirare il genio creatore del Poeta, tanto potente da innalzare al disopra delle tempeste e delle passioni un ideale eterno di calma e di sublime serenit
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