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Aggiornato: 24 luglio 2025


Il greco aveva gli occhi rivolti su di una bella abitazione, piantata sulla riva opposta del fiume e che specchiavasi nelle tranquille acque. Sulla cima di quella villetta ondeggiava la bandiera greca, e tutto all'intorno crescevano superbe palme e grandissimi tamarindi che deliziosamente ombreggiavano. Omar sussultò e spinse i suoi occhi verso le finestre riparate da leggiere persiane.

Antonio prese il giornale, e si dispose a parlare di ciò per cui era venuto; ma il chiacchierone dello speziale, per cui tacere era impossibile, lo prevenne colle sue interrogazioni. Potrei servirla in qualche cosa, caro signor Vanardi? Ecco, son venuto precisamente... Ho capito. Le occorre qualche piccolo rimedio... Che che indovino! Un'oncia di polpa di cassia o di tamarindi? No signore.

La barca s'accostò alla riva destra passando fra numerosi bassifondi semi nascosti da piante di loto galleggianti, e andò a gettar l'ancora nel luogo designato, in una insenatura contornata da grandi tamarindi che si curvavano graziosamente sulle acque.

Costeggiò lo stagno e si inoltrò sotto le grandi vôlte verdi formate dalle palme deleb, dai tamarindi e dalle acacie gommifere, guardando a destra e a manca e con una mano sull'impugnatura del pugnale. Dieci minuti dopo, nel mentre che il sole si nascondeva dietro le foreste e che gli uccelli e le scimmie cominciavano a tacersi guadagnando i loro nidi o i loro covi, giunse su di un sentiero.

Quella delle colline. Fathma è salva! Tornò rapidamente indietro e si cacciò in una stretta gola rinserrata da colline tagliate a picco. Il cavallo la percorse tutta d'un fiato, poi entrò in una valle ingombra di cespugli gommiferi e di tamarindi colossali. Il lago, se lo sentiva, era ormai vicinissimo.

Aveva la testa in fiamme e il cuore battevagli precipitosamente; parevagli di essere ubbriaco e camminava quasi senza volerlo, meccanicamente, attirato da quel suono come il serpente viene attirato dal flauto dell'incantatore. In breve tempo giunse in una vasta radura contornata da maestosi tamarindi sulle cui cime strillavano numerosi scimmiotti.

Era la sera del 4 Settembre 1883. Il sole equatoriale, rosso rosso, scendeva rapidamente verso le aride e dirupate montagne di Mantara, illuminando vagamente le grandi foreste di palme e di tamarindi e le coniche capanne di Machmudiech, povero villaggio sudanese, situato sulla riva destra del maestoso Bahr-el-Abiad o Nilo Bianco, a meno di quaranta miglia a sud di Chartum.

Stavano per ritornare nella foresta di palme e di tamarindi, quando udirono una voce lamentevole gridare ripetutamente: Aiuto! aiuto!... Fathma si fermò bruscamente stringendo forte forte il braccio dello schiavo. Vi è qualcuno in pericolo, diss'ella... Lascialo che muoia, rispose il negro. Che dobbiamo farci noi?... Forse quell'uomo non è un ribelle. Peggio per lui.

S'udirono grida, bestemmie, lamenti, poi si videro delle ombre salire in furia la riva e appiattarsi dietro ai tamarindi e alle palme. Omar impugnò le sue pistole. Fathma, disse rapidamente. Pigliamoli alle spalle. Li vedi? Li vedo tutti, rispose l'almea tendendo la dritta armata di pistola e mirando il beduino più vicino, Fuoco. Omar!

Nei collas la temperatura non permette la coltivazione del frumento, ma vi si trova il cotone, l'indigo, tamarindi, ricini, zafferano, canna a zucchero, palme, banani, gommieri, baobab, piante medicinali molte, mimose, la dura e il dagussa.

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