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Chi avesse detto alla Margherita Sei condannata a Morte», non le avrebbe dato nel sangue una mano così gelata, come annunziandole che doveva trovarsi testa a testa con quel cattivo. Impallidì, sentissi venir meno, talchè le convenne appoggiarsi ad una seggiola; sudò, gelò, poi gettatasi ginocchione, pregò fervidamente.

REPETITORE. Aspettate, ché nunc venio. MASTRO ANTONIO. El voio aspettar a ogne modo. Trin, trin, trin. REPETITORE. Bona dies, Dominatio Sua. MASTRO ANTONIO. A no sudo, no; a so' be' stracco. Che xe del mistro? REPETITORE. È andato a negoziare. MASTRO ANTONIO. Ello me disse che mi vegnesse a zercarlo. REPETITORE. Se volete venire in casa, fate voi. MASTRO ANTONIO. , de grazia: ve nne priego.

La descrizione che ne lasciò Ippolito Pindemonte è artistica: .... spaziose, oscure Stanze sotterra, ove in lor nicchie, come Simulacri diritti, intorno vanno Corpi d’anima vôti, e con que’ panni Tuttora, in cui l’aura spirar fur visti Sovra i muscoli morti e su la pelle Così l’arte sudò, così caccionne Fuori ogni rumor, che le sembianze antiche, Non che le carni lor serbano i volti Dopo cent’anni e più: morte li guarda E in tema par d’aver fallito i colpi⁴⁸⁵.

DON FLAMINIO. O Dio, che sorte di crucifiggere è questo! Lassa le baie: di' quel ch'importa. LECCARDO. Non è cosa che piú importi ad un banchetto che non vi manchi cosa alcuna, anzi sia abbondantissimo di robbe ben apparecchiate e condite e poste a tempo e con ordine a tavola. DON FLAMINIO. Tu ti trattieni in questo ed io sudo sudor di morte.

Cusì fin hora sempre nel profondo Vivo morendo fuor d'ogni speranza Timido paventoso e tremebondo Nudo di quel che a tutti gli altri avanza E s'io dico talhor volto gicondo Muta questa tua folle strana usanza Un tal sguardo me spieghi horrendo e crudo Che a rimembrarlo solo agiaccio e sudo.

Una scintilla che tocca ed incende non produce grande e rapido effetto, come tale inchiesta al cuore di Gabriele: un indomabile commovimento lo scosse, sudò tutto e si coprì di rossore, poichè sembravagli che il Cancelliere gli avesse letto nell'anima, giacchè aveva pronunciate le parole che egli ardeva di proferire e che pure non aveva osato mai di fare.

Essa leggeva: «Ho preso moglie per non essere più solo solo col mio male e il mio terrore, nel giorno e nella notte. Ma sono ancora solo. Quando mia moglie è con me, se io tosso, ella dice: «Povero tesoro!» E quando di notte soffoco e sudo, essa, nel sonno, sospira: «Povero tesoro!». Poi si volta dall'altra parte e dorme.

«Argomento del Paschiulli al canto IV dell'Amedeide minore, che in parte corrisponde al V della magg. Dopo chiare prodezze il grande Orsino Cade sui muri, e sale in ciel beato; E Trasideo, quasi a morir vicino, Si rinfranca in veder l'idolo amato. D'arnesi, ove sudò fabbro divino, È per Michel l'Eroe fatale armato, E da procelle accompagnato e lampi Fa di scitica strage orridi i campi.

Ho letto, non so più in qual libro, di un filosofo che sudò di molte camicie a cercare se il tempo fosse un gran veneno, come l’ha dichiarato il Petrarca, o un gran rimedio, siccome è dimostrato da tanti e tanti casi della vita. Inutile studio, a parer mio! Spesso i veleni più possenti riescono farmachi, e i farmachi più blandi riescon veleni.

PILASTRINO. E poi le fiamme ardenti, che loro han sempre nel cuore, sent'io spesso per tutto e, qualche volta, in modo ch'io ne sudo e bagno tutta la camiscia e le brache, quando posso pigliar, sotto le volte, al magazzino, la grazia di san Paulo con quel greco ch'io bevvi l'altra sera.