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Aggiornato: 6 giugno 2025
Questa la condizione delle cose. Il Macchiavelli giovane, agile nell'ingegno e nei modi, senza orgoglio di classe o di carattere, libero da preoccupazioni di studi o di gloria, assetato di azione per abbondanza di vita, fu presto adoperato. Era adatto a tutto, nulla gli ripugnava.
Cotale, quale di sopra è dimostrata, fu a Dante la fine della vita faticata da' vari studi; e, percioché assai convenevolemente le sue fiamme, la familiare e la publica sollecitudine e il miserabile esilio e la fine di lui mi pare avere secondo la mia promessa mostrate, giudico sia da pervenire a mostrare della statura del corpo, dell'abito, e generalmente de' piú notabili modi servati nella sua vita da lui; da quegli poi immediatamente vegnendo all'opere degne di nota, compilate da esso nel tempo suo, infestato da tanta turbine quanta di sopra brievemente è dichiarata.
Proemio agli Studi filologici di Giacomo Leopardi, XXI.
Mattia Sant'Angelo si innamorò di quegli studi. Essi gli destavano nel cuore molti e soavi ricordi. Rammentava come suo padre si facesse un orgoglio di quelle collezioni, alle quali aveva pensato persino negli ultimi tempi di sua vita, in terra straniera.
Ohimè i sentimenti che allora provavo così intensi, stesi sulla carta si mutano in vecchio e gelido convenzionalismo! Gli è che in molte cose si sente tutti ad un modo. Il cattivo tempo mi aveva costretto ad interrompere i miei studi dal vero.
Gli studi generalmente sogliono solitudine e rimozione di sollecitudine e tranquillitá d'animo disiderare, e massimamente gli speculativi, a' quali il nostro Dante, sí come mostrato è, si diede tutto.
Si deve però fare un'osservazione singolare: col rinascimento la mitologia pagana trovò mezzo di cacciarsi perfino negli usi e negli atti degli ebrei, particolarmente nei secoli decimosettimo e decimottavo, nei quali dopo Leone X e Raffaello, rinati gli studi delle antichit
L'arte di Canova, Gesualdo mio, di Raffaello, non gli studi di osteologia e di veterinaria dei decadenti!
N ascosi molti a le cortine drieto V anno non so che far, ed escon dopo N el volto fatti in guisa di piropo C he furon d'alabastro per adrieto. I o dunque nudo fra cotanti nudi N on piú arrossisco, non piú mi vergogno, F atto di lor famiglia, ove m'agogno L assivamente in quei salaci studi. A lato la regina sta Limerno, T enendole la bocca ne l'orecchia, O nd'io ne fui chiamato possia al trono.
(levandosi ebro, esagitato, abbacinato, col respiro mozzo) Ma certamente! Oggi stesso! Oggi stesso!... Perché no?... E non bisogna ritardare!... Egli, a quest'ora, è intento ai suoi studî; la zelante Suora ha avuto l'ordine di risparmiarti il suo zelo; la mia riverita persona si trova gi
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