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Paolo Renaldi, di cui Luigi Gualdo ha scritto la trista decadenza, è un ambizioso. Passa le notti studiando, oltre le materie proprie della sua professione di avvocato, tutte le questioni di filosofia, di storia, di filosofia della storia, di scienze politiche e sociali: "Nella solitudine, nel silenzio, mille speranze gli facevano battere il cuore: si metteva talora alla finestra e gli pareva, nel vento fresco della sera che gli lambiva i capelli, sentir passare come un soffio di gloria. Guardava il cielo stellato e la strada fangosa, e da quella altezza (di un quarto piano) per adesso una ironia gli sembrava scorgere una promessa di dominio; gli pareva, con la fervida e studiosa mente, sovrastare sulla citt

Volete sapere l'istoria disgraziatissima di Néto? Incomincio da te, Barchetta.... Forse la barchetta dell'amore, che va e va, colla prora inghirlandata di fiori, a cielo stellato, a gran notte?

Fu uno dei più bei divertimenti ch'io abbia avuti nel viaggio. Aspettai che tutti fossero entrati nelle tende; mi ravvolsi in una cappa bianca del comandante ed uscii in cerca d'avventure. Il cielo era tutto stellato; le lanterne, fuor che quella appesa in cima all'asta della bandiera, erano spente; in tutto l'accampamento regnava un silenzio profondo.

Aperse la finestra, e la brezza notturna e l'azzurro del cielo stellato, parvero chetargli un tratto lo scompiglio della mente. Dalla finestra della signora Argellani si scorgeva un po' di lume che trapelava dalle stecche della persiana. «Non dorme ancora; pensò Laurenti che fa ella?

Avete dinanzi la facciata del Teatro, enorme e spudorata, risplendente di lampade colossali negli intercolonni elegantissimi; dinanzi alla quale sboccano le vie Auber e Halévy; a destra la gran fornace del boulevard degli Italiani; a sinistra il boulevard infocato delle Cappuccine che si prolunga fra i due muri ardenti del boulevard della Maddalena; e voltandovi, vedete tre grandi vie divergenti che v'abbagliano come tre abissi luminosi: la via della Pace, tutta smagliante d'ori e di gioielli, in fondo alla quale si drizza sul cielo stellato la mole nera della colonna Vendôme; l'Avenue dell'Opéra inondata di luce elettrica; la via Quattro settembre lucente di mille fiammelle; e sette file continue di carrozze che vengono dai due boulevards e dalle cinque strade, incrociandosi furiosamente sulla piazza, e una folla che accorre e una folla che fugge, sotto una pioggia di luce rossa e di luce bianchissima, diffusa da grandi globi di cristallo spulito, che fan l'effetto di ghirlande e di corone di lune piene, e colorano gli alberi, gli alti edifizi, la moltitudine, dei riflessi bizzarri e misteriosi della scena finale d'un ballo fantastico.

Alla sera eravamo ad Entraque, da dove il giorno 26 ripartimmo per Tenda. Il risultato fotografico di questa spedizione essendo stato ben magro, mi decisi a tentarne un'altra, ciò che il pessimo tempo non mi permise per più settimane. Ma nella notte del 27 settembre, vedendo il cielo sereno e stellato, risolsi di mettermi tosto in marcia e dopo pochi preparativi partii alle ore 2.