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Aggiornato: 9 giugno 2025


Spinello Spinelli non aveva più proferito parola. Era caduto in uno stato di prostrazione, che meglio si sarebbe potuto dire stupidit

Però, immaginate voi con che cuore messer Dardano leggesse un giorno certa lettera di madonna Ghita Spinelli che gli annunziava tristi cose del suo povero marito. Ridottosi in patria dopo lunghe e vane peregrinazioni, Spinello Spinelli era comparso davanti alla madre de' suoi figli, pallido, sparuto, coi capegli quasi bianchi, e col cervello in volta.

Egli ha certamente avuto a patire una grave disgrazia. Maisì, messere, una disgrazia irreparabile; replicò Tuccio di Credi. Gli è morta una donna a cui era fidanzato. Ah, dovevo immaginarmelo! esclamò il cavaliere. E il suo nome? Spinello Spinelli, aretino; ma i suoi maggiori erano di Firenze. La sua fidanzata, poi, era figliuola a mastro Jacopo di Casentino. Il pittore?

meglio, vi ripeto. Non fo per chiasso. Spinello Spinelli è giovane, come sapete. Ma un uomo ha forse mestieri d'invecchiare, per farvi il suo capo d'opera? Quello è un ragazzo che vale assai, e passer

Il giovane a cui erano presentati in quella forma gli scolari di mastro Jacopo, li salutò con un cenno grazioso del capo, indi soggiunse: Saremo amici, io spero. A voi, lasagnoni, ripigliò maestro Jacopo, salutate Spinello Spinelli, l'autore dei tocchi in penna che avete veduti poco fa. È un ragazzo che, se non si svia per cammino, far

Perchè non avete fatto come loro? Vi avrei consigliati ugualmente. Il Chiacchiera rispose all'argomento con una crollatina di testa. Non si parla di Tuccio, di Parri; diss'egli poscia. Si parla di Spinello Spinelli, del nuovo venuto, del vostro futuro genero. Quello è il vostro beniamino, mastro Jacopo, o ch'io non so più che cosa sia un beniamino.

E il vostro e quello di Tuccio mi saranno carissimi. Tuccio di Credi, così chiamato a parte della gioia di Spinello Spinelli, lasciò di macinar colori, per rispondere col suo accento grave, che pareva scaturire dagli abissi: Siate felice! E voi mi sarete compagni alla cerimonia, non è vero? ripigliò Spinello, che era avvezzo al tono di voce dell'amico Tuccio e non doveva farne più caso.

C'erano poi gli scolari di Mastro Jacopo, ed anche qualche bell'umore, di quei tali che si invitano a tutte le feste, perchè rallegrino le brigate coi loro motti arguti o con le loro canzoni. Messer Luca Spinelli, quel giorno, baciò sulle gote la gentil Fiordalisa e la chiamò col dolce nome di figlia.

Ora avvenne che, passando ogni giorno per la via della Scala e davanti alla chiesa di San Nicolò, nuova fabbrica edificata allora allora per voto di messer Dardano Acciaiuoli, l'accoramento di Spinello Spinelli desse nell'occhio ad un cavaliere, che per sue ragioni doveva trovarsi spesso col

Gli occhi del babbo seguirono la fanciulla che camminava più stenta del solito; indi si volsero a indagare il viso di Spinello Spinelli. Lo credereste? Il giovinetto non parve darsi per inteso del difetto; anzi, da quel momento, incominciò a mostrarsi più franco, e poco stante si alzava anche lui, chiedendo licenza di aiutar la fanciulla in quell'umile ufficio di servitù familiare.

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