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Avanti, mio Veloce! avanti. Egli stimola il fido destriero, lo sprona con certe spine di argento che ha ai calzari, gli flagella il ventre, gli apre ferite, lo fa sanguinare. Il cavallo spiega la sua maggior velocit

Sempre i fiori: dal principio alla fine della vita non vi sono che fiori, con le debite spine, s'intende.

Dio dell’ombra e del vuoto, Che salisti il Calvario, Che portasti la croce, Che cingesti le spine, Ascolta la mia voce, Allontana la fine, Piet

E scritta quella lettera, volle mandarla affrancata. «È l'ultima spina della mia Corona; disse a Maria, non ci pensiamo più!» E non ci pensò più, davvero. La Corona di spine, entrando nel repertorio del Bonaldi, usciva per sempre dall'animo dell'autore.

È venuta in odio a se stessa: volge gli occhi spaventosi di qua e di , ragiona sola fra se stessa come se vi fossero persone d'intorno. La notte non dorme mai: or si volge su questo or su quell'altro fianco come se il letto fusse d'ortiche o di spine, e se pur per stanchezza chiude gli occhi, si sveglia subito; non mangia beve.... MASTICA. Or questo che è cattivo e il peggior di tutti.

Lavora dunque, disse, e la baciò. Nulla deve interrompere la tua opera. No, no, nulla al mondo! disse Nancy. Nel dirlo uno strano brivido passò in lei, un rapido battito le scosse il cuore, e sentì la radice dei suoi capelli rizzarsi come tante piccole spine. Poi più nulla.

Anzitutto, in Sicilia e sopratutto in quei luoghi che costituiscono, secondo l'on. Crispi di oggi, la corona di spine della citt

Or pervegnuti siamo al centro confusissimo di questo nostro Caos, lo quale ritrovasi ne la presente seconda «selva» di varie maniere d'arbori, virgulti, spine e pruni mescolatamente ripiena, cioè di prose, versi senza rime e con rime, latini, macaroneschi, dialoghi, e d'altra diversitade confusa, ma non anco confusa e rammeschiata che, dovendosi questo Caos con lo 'ntelletto nostro disciogliere, tutti gli elementi non subitamente sapessero al proprio lor seggio ritornarsi.

L'aveveno da mette' sur carretto; Le perle, li rubini, li brillanti Li portaveno drento ar fazzoletto. E lui fu accòrto peggio d'un sovrano! Li re, l'imperatori, le regine, Te dico, le baciaveno le mano: Le feste nun aveveno mai fine. E da pertuttoquanto er monno sano, Fino ar fine dell'urtimo confine, Onori... feste... E dopo, piano piano Cominciorno li triboli e le spine.

Lascia ch’io fugga tra i sassi e le spine Sin che la vita muore, Ch’io fugga senza tregua e senza fine, Colla febbre nel sangue e Dio nel cuore.... .... Va, di pace e d’amor ricca è la terra: Fanciullo, io son la guerra. Io lo respinsi e dissi: «Non t’amai, Non t’amo, no. Che tenti? Viva o morta ch’io sia, tu non m’avraiEgli rispose: «Menti