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Un'ebrea! gridava il re, che odorava il Sant'Uffizio. E non potendo impallidire, poichè non glielo avrebbe consentito il colore ad olio, la sovrapposta vernice, balzava indietro come uomo che si avveda di aver posto il piede sulla coda d'un serpe. Ma l'udienza, che non partecipava agli scrupoli alle paure del re, gli dette apertamente dell'asino.

Frattanto il Martini aveva fatti passare i suoi ospiti nella parte più riposta della casa, e li aveva alloggiati al piano superiore nella camera sovrapposta alla sala di ricevimento. Nella notte non chiuse occhio, pensando e ripensando al dove trovare un asilo sicuro per essi, chè tale non era quello prescelto per necessit

La sua toilette era il più strano abuso del pleonasma eppure sembrava nudo! Aveva una camicia a merletto sur una camicia da notte, sovrapposta essa stessa ad una camiciuola di rosso fustagno. Sulla camicia

Quella medesima sera, la fanciulla andò a teatro con la madre e un'altra signora. Aveva il suo abitino rosa lievemente scollato e un cappellino di paglia rossa a tricorno, sotto il quale i capelli parevan più bruni e i riflessi più dorati. Ella stava attentissima alla rappresentazione, «L'amore ricama», una commedia francese in tre atti; teneva gli occhi fissi alla scena, la bocca dalle labbra purpuree un poco schiusa. Filippo la vide e fu colpito da quell'atteggiamento ingenuo, quasi infantile, come se un'altra anima, la vera anima della giovinezza indifesa, si fosse sovrapposta a quella ch'egli conosceva. Sentì il rimorso per ciò che aveva osato poche ore innanzi, nella cecit

Anzitutto, a raffidarvi contro il timore di dover camminare nel buio, vi diremo che il furfante, dopo esser corso un cinquanta passi, seguendo il muro a tentoni, si fermò, diè mano ai cerini e poco stante il lucignolo acceso d'una lanterna cieca rischiarò dinanzi a lui uno spazioso androne, alto forse tre metri, che correva tra due ruvide pareti, su d'un piano inclinato di forma concava, seguendo sotterra l'asse medesimo della via sovrapposta.

La Casa de Pilato, posseduta dalla famiglia di Medina-Coeli, è, dopo l'Alcazar, il più bel monumento d'architettura araba che esista a Siviglia. Il nome di Casa di Pilato le venne da che il suo fondatore, Don Enriquez de Ribera, primo marchese di Tarifa, la fece costrurre, secondo si narra, ad imitazione della casa del pretore Romano ch'egli aveva vista a Gerusalemme dove s'era recato in pellegrinaggio. L'aspetto esteriore dell'edifizio è modesto; l'interno è meraviglioso. Si entra dapprima in un cortile, non meno bello di quello incantevole dell'Alcazar, cinto d'un doppio ordine di archi sostenuti da leggiadre colonne di marmo, che forman due leggerissime gallerie, l'una sovrapposta all'altra, e delicate tanto alla vista da far temere che rovinino al primo soffio di vento. Nel mezzo è una graziosa fontana, sorretta da quattro delfini di marmo e coronata d'una testa di Giano. I muri sono ornati, in basso, di fulgidi musaici; più su, coperti di ogni maniera di capricciosi arabeschi; qua e l

E se il villaggio possiede un'osteria siete certi di riconoscerla a una insegna gigantesca colla parola Albergo sovrapposta a un uscio, cui si ascende per tre o quattro gradini, dietro il quale si cela umilmente un locale umido ma pulito, tappezzato di pentole e di stagni e dove mancano infallibilmente ai fornelli il cuoco ed il fuoco.

Il castello in gran parte più non esisteva, poichè la fronte dell'edifizio si vedeva restaurata colla pesante architettura di due secoli fa, e trasformata in un palazzotto; sola rimaneva tuttora in piedi la torre, con una tettoja sovrapposta allo spalto merlato; alcune delle vecchie finestre apparivano turate, altre erano munite di massiccie inferriate sporgenti; ma anche quella parte, fin allora la sola intatta dell'antico fabbricato, doveva essere in breve riattata, come lo indicava un impalcato di travi e d'assi costrutto da un fianco del terrazzo, poco al di sotto della finestra, donde stava a guardare la fanciulla.

Dappertutto è vita: la prosa efficacissima e necessaria si è sovrapposta co' suoi strati moderni alle lapidi poetiche, illuminate dalle luci dell'Arte. Ma dove lascio te, povera chiesetta del convento?