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La meditazione della filosofia riuscirá bensì a determinare, a un di presso, di quali materiali debbano i poeti giovarsi nell'esercizio dell'arte, di quali no, e fin dove possano estendere l'ardimento della imitazione. E l'esperienza dimostra che in questo l'arte della poesia soffre confini come tutte le di lei sorelle.

Siamo dunque nello scorcio del secolo XVIII. La moda straniera, come diremo, valicando monti e mari, veniva ad assidersi sovrana tra l’eterno femminino della Capitale. La galanteria francese con orpelli ed insidie tutto informava il costume dell’alta classe e, per imitazione, o per esempio, o per contagio, della media.

La critica di que' tempi, debole troppo, non bastò sempre a preservarli dalla cieca imitazione, alla quale pareva che dovesse indurre tutti gli intelletti educati alle scuole la maniera con cui spiegavasi la Poetica d'Aristotile, considerandola come un corpo di leggi assolute ed obbligatorie quanto quelle di Giustiniano.

Tutto poi questo romanzo, o lodo o arbitrato che lo si voglia chiamare, è scritto in lingua purgata, ma di quella veramente legittima. mancano qua e alcuni lievi solecismi, ad imitazione della franca trascuratezza degli scrittori nostri piú antichi. Lo stile adoperato dal torinese è lodevole oltre ogni dire.

Alfredo pure, ad imitazione di Dante, ed al pari di lui colpito dalla terribile corrente magnetica, augurer

Ma vedremo pure, piú seria imitazione, quella dei municípi romani fatta dai comuni italiani. Tra breve, Costantino mosse guerra a Costante, e vi morí; onde Costante riuní tutto l'Occidente. Ma fu poi ucciso da Magnenzio nuovo competitore sorto in Gallia. Guerreggiarono allora Magnenzio e Costanzio; Magnenzio vinto s'uccise, e Costanzio rimase solo augusto.

Sul letto il suo guanciale porta la sua cifra e il suo tavolino da notte porta i suoi prediletti sonetti di Shakespeare, la sua Imitazione legata in avorio; un lume di bronzo donatole dalla signora Emma, un ritrattino in miniatura di sua madre fatto da suo padre e ch'ella portava sempre con .

Alla vôlta della stessa cappella è sospesa una piccola galea, con tutti i suoi remi, costrutta ad imitazione di quella su cui Don Giovanni d'Austria combattè contro i Turchi. Sotto gli organi, di fattura gotica, coperti di gran tappeti pitturati, pende una enorme testa di Saraceno, colla bocca spalancata, dalla quale, in altri tempi, piovevan confetti ai bambini.

La colonna, imitazione dell'albero, ha da star ritta, per esser salda; vuole la sua misura secondo un rapporto geometrico, la sua base, il suo capitello, il suo abaco. La statua deriva le sue proporzioni dal vero, ma dal vero che ammirate, non da quello che vi ripugna e vi offende.

A principio improntavano sul danaro d'argento le bighe o quadrighe, cioè carri da due o da quattro cavalli tirati, aggiuntavi la nota di «X.» o «S.», secondo che denari o quinari essi erano, onde furon detti «bigati» o «quadrigati»; ed i quinari, dopo che, ad imitazione d'altri della Dalmazia, furono segnati con l'effigie di una Vittoria, furono detti «vittoriati»: de' quali nomi frequentemente usò Tito Livio.