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Aggiornato: 17 giugno 2025


I miei colleghi mi chiamarono d'allora in poi il mangia-cani, soprannome che in China non sarebbe parso per nulla vergognoso, ma che pareva ridicolosissimo a quella gente plebea. La storiella varcò le mura del circo, passò nelle gazzette e macchiò la mia rinomanza.

Era questo il soprannome del mulattiere, e ricordandoselo Don Giovanni sorrise. Ne ho uno solo. Baster

Tirolese, era il soprannome che si dava in quella casa ai creditori in generale. Perchè? Chi lo sa? Nessuno forse, avrebbe saputo dirlo; ma tutti i creditori venivano chiamati a quel modo: tirolesi. Chi è? domandò Evelina più curiosa che inquieta.

Il mondo non sarebbe finito per questo; ma un tale avvenimento, ne convengo, poteva produrre delle conseguenze assai gravi. È noto, che in seguito alla disparizione dell'augusto bimbo, lo sventurato Finimondo prese a dimagrare sifattamente, da meritarsi il soprannome di Re-Scheletro.

Andavo spesso dalla cugina, come tutti la chiamavamo in famiglia, perchè ella mostrava una grande predilezione per me. Ero il vivente ritratto del nonno, secondo lei; e infatti ella mi aveva imposto il soprannome di Nonnino.

A quella festa, la presenza di Giorgio Uglio mi stupì non poco. Bell'uomo, Giorgio Uglio, dalle membra flessibili per assidui esercizî di scherma; un po' vano, così da meritarsi il soprannome di uomo-camelia che il Caccianimico gli aveva dato a indicar la sua fatua eleganza.

Lord From era il soprannome che i compagni d'orchestra davano a Napoleone Barbetta, primo contrabasso di sinistra; e glielo appioppavano non solamente per un non so che di roseo e di biondeggiante, che lo facea somigliare a un aristocratico inglese, ma anche, e più, per un certo sussiego di carattere e per un'aria grave di diplomatico, per un tono quasi sdegnoso ch'egli aveva per ogni cosa che non fosse all'altezza de' suoi meriti. Ritto, composto, un po' calvo, elegante e irreprochable nelle sue camicie di porcellana e nelle sue cravatte, lord From, nella sua austera semplicit

Fornajo di mestiere, quindi Fournier di soprannome era stato il padre di Benedetto XII papa, allora sedente in Avignone. L'indicarlo a quella guisa, anzichè spiattellarne il nome e il luogo, era stato una di quelle povere transazioni che fanno colla prudenza coloro i quali sanno alle sue leggi rassegnarsi solo fino ad un certo punto.

Per le intenzioni pacifiche del Comitato Nazionale, i mazziniani gli affibbiarono il soprannome dispregiativo: la Malva. Ambedue questi partiti facevano stampar fogli volanti e giornali segreti; i nazionali la Roma dei Romani; i mazziniani la Sveglia. La vita ed il lavorìo segreto di questi governi sotterranei, della Roma sub-terranea rivoluzionaria, si sottrassero agli sguardi della Polizia che non riuscì a scoprire i capi, i locali, le stamperie. Forse quei giornali non furono mai stampati in Roma, bensì in altre citt

Luisa Cima, in questa storia di amore, è la tradita. Chérie non è un nome, naturalmente, è un soprannome. Nessuno sa troppo bene come Chérie si sia chiamata, al fonte battesimale e quale cognome ella porti, sui registri dello stato civile. Forse, a furia di udirsi chiamare Chérie, ella stessa ha dimenticato il suo vero nome.

Parola Del Giorno

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