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Aggiornato: 26 maggio 2025
Mentre il greco, messo colle spalle al muro e torturato, confessava tutto ciò che i suoi nemici volevano sapere, Medinek, sfuggito miracolosamente alla pistolettata dello scièk Abù-el-Nèmr, trottava come un cavallo per le oscure e fangose vie della citt
Così ora, appena sfuggito alle arginature di Garibaldi, il padre Tevere corre quest'altro serio pericolo!
E la ripugnanza s'accrebbe in lui per il pericolo corso di sposarla. Ah no; sposarla no; non l'avrebbe mai sposata. Voleva essere libero; voleva divertirsi; e poi con quella lì? legato alla catena per tutta la vita? Ah no; con quella lì, anche meno che con un'altra. Era proprio sfuggito a un gran rischio: era un galantuomo lui! e un po' più, ci restava impaniato per davvero!
Diciamo subito, senza tenere i lettori alla corda, quali fossero le ragioni della tristezza e della rabbia di Martino Alonzo Pinzon. La sua caravella, separata dalla capitana per la violenza dell’uragano, era stata spinta in un’altra direzione, verso il golfo di Biscaglia, ove, non senza stento, aveva approdato a Baiona. Ignorando se Cristoforo Colombo fosse sfuggito a quella fortuna di mare, impaziente di precorrerla ad ogni costo, preoccupando a suo favore il giudizio della corte e del popolo di Castiglia, Martino Alonzo aveva scritto subito al re e alla regina, informandoli delle fatte scoperte. Ma il linguaggio suo, in quella lettera, non era di un ufficiale subalterno, che riferisse al suo comandante la gloria dell’impresa; era quello di un millantatore, che volesse attribuirne a sè tutto il merito. Di Cristoforo Colombo egli non faceva parola; forse aspettando dal tempo la certezza di un naufragio che gli pareva molta probabile, si disponeva a non parlare che di sè, dimenticando il comandante supremo. E frattanto, chiudeva la sua lettera domandando licenza di recarsi alla Corte, per esporre alle Loro Altezze la peripezie del suo viaggio e l’ordine e la importanza delle scoperte, che aveva fatte di l
Ebbene, ripigliò il conte Jacopo, io vi domando la sua liberazione. Spero che intenderete il perchè della domanda, della preghiera che vi faccio. Non si ha da dire in Modena, e neanche da sospettare, che un Malatesti abbia sfuggito il pericolo di un duello, mandando agli arresti il suo avversario. Nessuno lo dir
Di ciò pareva ch'ella facesse uno studio particolare. Anzi non era sfuggito neppure all'ingenuit
Un lampo sinistro aveva attraversato la sua anima. Se il poco liquido chiuso nella piccola ampolla le assicurava il riposo d'una notte, non avrebbero potuto più dosi accumulate darle un ben altro riposo? O come mai l'era sfuggito dalla mente un fatto accaduto anni addietro a Venezia, d'una signora che aveva voluto morire così? S'era addormentata per non svegliarsi.
A Lucilla non era sfuggito alcuno dei movimenti di Roberto. Allorchè l'aveva visto in atto di dirigersi dalla sua parte, tutta la sua baldanzosa spensieratezza non aveva potuto difenderla da un certo sgomento; ella aveva, suo malgrado, dovuto confessare a sè stessa che non era senza responsabilit
Non un grido era sfuggito alla sua coscienza di cattolico contro il Pontefice come capo supremo della Chiesa, ma non una preghiera era salita dalle sue labbra per il Papa re di Roma. Non si ostentava, non si nascondeva. Tutto il suo passato parlava per lui, i suoi sentimenti rivelavano le sue idee, le sue parole erano calme come la sua coscienza, limpide come la sua vita.
Quei della vettura e quei della strada si scambiarono il saluto con molta freddezza. A Lorenzo il sorriso del marchese di Montalto parve altiero anzi che no. Tuttavia non volle dirne nulla all'Assereto, di cui temeva i commenti sarcastici. Ma all'Assereto non era sfuggito quel sorriso, e siccome egli nella furia del suo malumore non perdonava a nessuna cosa, si affrettò a dire: Hai veduto? Ci squadrano dal capo alle piante come bordaglia di strada. Ma rider
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