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Aggiornato: 29 settembre 2025


E poichè era quella l'ultima volta che lo vedevo: Addio, gli dissi andandomene, con un vivo slancio di simpatia; addio, bello e nobile principe! e quando la sua graziosa figura bianca scomparve per sempre ai miei occhi, sentii un moto dentro, come se in quel momento stesso mi si stampasse per sempre nel cuore.

Da indi innanzi non sentii giammai Ne gli occhi sonno e ne la bocca riso; Ben portai sempre, e tu medesma il sai, Scura la fronte e scolorito il viso; Ed in foco, ed in giel piansi e cercai Conforto al cor da' tuoi begli occhi anciso; Sparsi lamenti ognor, querele crebbi A te chiedendo aita, e mai non l'ebbi.

La piccina non aveva che tre anni ed era bella Clelia aveva pensato a Bianca e s'era intenerita. Io stesso a quell'immagine melanconica mi sentii commuovere se non che in quella udii nella camera prossima la voce argentina della nostra creatura. Ricambiai con Clelia uno sguardo d'intelligenza e il suo volto si rifece sereno." "Da quel giorno non ebbi più a lamentarmi di Clelia.

Mi sentii vacillare... mi pareva di guardare nel fondo d'un precipizio... mi sentivo attratto dal vuoto... i capelli mi si drizzavano sulla fronte... Credo che essa abbia avuto paura, perchè mi posò una mano sul ginocchio, chiedendomi con inquietudine: Che cosa avete? Mi sento morire!... risposi.

Restai parecchi minuti in tal modo, aspettando l'ultimo momento. D'improvviso mi sentii battere sulle spalle da una mano vigorosa. Apro gli occhi gi

E subito dopo provai un secondo sentimento, forse più dolce del primo. La mano sinistra del grande poeta raggiunse la destra, e la mia mano calda e tremante rimase per qualche momento tra le sue. Seguì un breve silenzio, durante il quale sentii il suono del mio respiro, come se avessi fatto una corsa.

Io mi gettai nell’angolo oscuro del focolare, li vidi traversare la cucina, sentii tirare il chiavistello della porta di fuori e una canzonaccia rauca e trascinata mi annunziò che il briaco era all’aperto nel gran silenzio notturno della via.

Io sentii salirmi il sangue dai piedi alla testa, e subito precipitare dalla testa ai piedi, e rimontare di nuovo alla testa. Ignoro, aggiunsi con coraggio, quali sieno le leggi di polizia di questo paese, ed è evidente che non possa sull'istante conformarvimi. Sar

Io ruppi l'incanto, alzandomi. Dissi: Ecco la chiave. Che aspettiamo? , Tullio, aspettiamo ancora un poco! ella supplicò, paventando. Io vado ad aprire. E mi mossi verso la porta; salii i tre gradini che parevano quelli di un altare. Mentre stavo per girare la chiave col tremito del devoto che apre il reliquiario, sentii dietro di me Giuliana che m'aveva seguito furtiva, leggera come un'ombra.

Prima vuol ben, ma non lascia il talento che divina giustizia, contra voglia, come fu al peccar, pone al tormento. E io, che son giaciuto a questa doglia cinquecent’ anni e più, pur mo sentii libera volont

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