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I Denti neri pei quali mi era sembrato che avrei dovuto provare un orrore insuperabile, avevano aspetto dolce, mite, affettuoso che mi sentii subito attratto verso di essi da una forza di simpatia irresistibile, mentre i Denti bianchi mi parvero d'indole ribelle, feroce, fiera che ne fui quasi atterrito.

Io sentii con terrore la sconvenienza della mia posizione, il maestro pure la sentì perchè riprese curvandosi verso di me: « A momenti è qui la direttrice. Via, mi perdoni, e venga a riprendere la lezione. «Io mi rizzai in fretta, e senza rispondergli, senza guardarlo, tornai al pianoforte.

Lanciata la frase, non mi restò che pentirmene allorchè Lidia piegò quasi sotto un gran colpo e cadde di nuovo nella poltrona. Vi fu un lampo d'intervallo; quindi sentii i singhiozzi della donna, e la vidi nascondere il viso tra le mani. Ah, è troppo! ella diceva a frasi rotte. Non l'ho meritato! Io fuggirò da questa casa.

io spiegai altrimenti il mio consenso all'amore di Massimo Dias che l'amor suo: e sentii che solo coloro hanno ragione, che d

Aveva realmente una vestaglia nuova, alla Pompadour, con fiori sul petto; un nastro azzurro le girava attorno alla testa, pettinata secondo la foggia greca. Sentii le sue dita fredde, vidi le braccia scoperte, il viso bianco dagli occhi mavì; in uno sguardo, riassunsi tutta la venust

Una diligenza grande quanto un carrozzone della strada ferrata mi trasportò all'albergo più vicino, nel quale, appena entrato, sentii parlare italiano. Confesso che ne provai un piacere, come se mi fossi trovato a una sterminata lontananza dall'Italia, e dopo un anno di viaggio. Ma fu un piacere che durò poco.

1.° ottobre. Stamani, quando la campanella di sotto suonò la messa, mi sentii tristissimo.... Preghi tu ancora? O perchè penso tanto a te e con tanto timore? Quante cose si sono cambiate in campagna.

Tissot, Dell'onanismo, p. 33, così descrive un giovane, pel quale fu richiesta la sua cura: «La prima volta ch'io vidi questo disgraziato, ne fui spaventato. «Sentii più che mai allora la necessit

Grazie, sto bene. Non era precisamente quello che volevo dire; non era, ad ogni modo, tutto. Mi rizzai sul gomito seguendo ansiosamente collo sguardo la sua persona che stava per scomparire. Apersi le labbra, sospirai, ricaddi. No, non poteva ancora comprendere. Però dopo quel colloquio mi sentii più forte.

Fino al giorno però in cui mio padre venne improvvisamente a disperdere le mie ultime illusioni, io non avevo ancora sentito l'abbattimento così disperato che quel giorno mi faceva singhiozzare bocconi sul letto, brancicando la coperta con mani convulse. Mi sembrava che il mondo fosse crollato attorno a me e che fosse sparita ogni luce. Dario! Dario! sentii chiamare. Era la voce di mia madre.