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Aggiornato: 23 giugno 2025


Due fabbriche italiane trasformano la lana in cappelli, dai più rozzi ai più eleganti, e coprono quasi tutte le teste della Repubblica, anche quelle degli eleganti che non comprano nulla se il negoziante non giura loro che ciò che vende viene direttamente da Parigi. Le pelli si esportavano semplicemente secche o salate; gl'italiani hanno introdotto l'arte del conciare.

E non c'è fiori, non ghirlande, che dimostrino il memore affetto dei parenti e degli amici, a questi poveri rinchiusi! Che volete, signora? Si dimentica presto. C'è un'ora di viaggio, a venire fin qua. Ah, ecco delle foglie secche; soggiunse ella; gli avanzi di un mazzolino! Povera Caterina! esclamò Guido, fermandosi a guardare l

Immaginava: ma le sue mani secche ed abbrustolite dal sole tremavano tanto nel toccar la lettera, che dovette aspettare che passasse anche questa morbosit

Damigella Maria sedeva al suo posto usato, sotto la cupoletta dei luppoli, mesta per certo fruscio di foglie secche, che il vento le faceva sentire intorno. Quel fruscio le parlava dell'inverno; il quale, sebbene non fosse che mezzo settembre, gi

La Teresa aveva percorso il viale dei tigli ove le foglie secche scricchiolavano sotto i suoi piedi, e prendendo un sentiero coperto di ghiaia minuta s'era spinta fino al piccolo lago ingrossato dalla pioggia recente.

Il volto solcato da rughe mordenti, i capelli bianchi, la barba bianca scomposta, la schiena curva innanzi tempo, davan l'imagine della decrepitezza; le mani stesse eran secche e gonfie di grosse vene; e i denti eran caduti tutti.

Perchè no? Ossa vecchie e legna secche avvampano più presto. .........i' sarei preso ed arso Tanto più, quanto son men verde legno, diceva messer Francesco Petrarca; e delle cose di amore il canonico Petrarca intendeva assai addentro, e più disonestamente, che non ci vuol dare ad intendere il vecchio peccatore perocchè ei fosse dei vostri...

Un'altra fanciulla, Cesare vide venirgli incontro, nell'animo della quale le parole di lui secche, brevi, imperiose, avevano prodotto la reazione. Gli veniva incontro Roberta, il volto irradiato da un lampo di gioia riconoscente; bella di fiducia, a testa alta, con la mano tesa, ormai sulla via della schiavitù assoluta, per quanto piccola sicurezza di bene egli avesse potuto offrirle.

Rogiero ringraziava con la mano, e invitava che tornassero a sedere: ma la sua attenzione non era rivolta su loro, bene sopra il quinto personaggio, che appena lo vide entrare, con trepidante prestezza togliendosi dinanzi un gran piatto di troppo squisita vivanda, vi sostituiva un pugno di ulive secche, e celava più che poteva il volto nel cappuccio, però che avesse addosso una schiavina da pellegrino.

San Marco!» e a Siena: «Lupa! Lupa!», cosí qui esclamano: «Trivella! Trivella!». STRAGUALCIA. Io vorrei piú tosto che noi gridassemo: «Padella! Padella!». FABRIZIO. Quella la conosco. È l'arme del duca. STRAGUALCIA. Maestro, vorrei che voi portasse un poco questa valigia, voi. Io ho secche le labbra ch'io non posso parlare. PEDANTE. Orsú, che ti cavarai la sete poi!

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