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Aggiornato: 29 maggio 2025


Le stoffe per le uniformi militari provenivano dall'industria privata, ed erano fornite dalle fabbriche e lanifici di Schio, Castelfranco ed Alzano nel Bergamasco . Anche Venezia si distingueva in quest'arte con due stabilimenti di molta fama, specie nella confezione dei panni colorati di scarlatto, di cremisi e di azzurro, che si esportavano pure largamente in Dalmazia e nelle contigue terre balcaniche.

La regina di Saba, sovrana di quelle contrade, che per legge pare fossero sempre governate da donne, spinta dal desiderio di vedere l'impiego che si faceva dei tesori e delle ricchezze che si esportavano dal suo regno, volle visitare il Principe che le impiegava. Questa regina, secondo gli arabi si chiamava Belkis, secondo gli Abissinesi Maqueda: non si sa bene qual religione avesse, ma la cronaca abissinese la farebbe pagana prima del viaggio, e le fa abbracciare il giudaismo in ammirazione delle massime di Salomone. Lo sfarzo della Corte e la profondit

Due fabbriche italiane trasformano la lana in cappelli, dai più rozzi ai più eleganti, e coprono quasi tutte le teste della Repubblica, anche quelle degli eleganti che non comprano nulla se il negoziante non giura loro che ciò che vende viene direttamente da Parigi. Le pelli si esportavano semplicemente secche o salate; gl'italiani hanno introdotto l'arte del conciare.

Qualche autore francese vorrebbe far credere, anzi afferma, che tali utensili di corruzione fossero fabbricati esclusivamente in Italia, donde si esportavano in Francia. Ciò però è molto dubbio, e sarebbe per lo meno strano, quando sappiamo con certezza che all’epoca di oggi è la Francia e propriamente Parigi che d

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