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Aggiornato: 24 giugno 2025
Accanto a queste lettere di Lilla ce n'era un'altra, ma non scritta da lei. Era un amicissimo di Paris Montalto, che gli dava ragguaglio del matrimonio della sua «antica fiamma», ragionandone con quella libert
Il giuoco dell'«undici», descritto nell'ottava soprapposta, è giuoco cappuccinesco e da solitario, che cerca un passatempo in una combinazione semplice di numeri da sé solo in disparte, per non impegnarsi in partite di giuochi di carte d'applicazione, da lui abborrite, e per star separato da una societá romorosa. Stanza 32. Pareva scritta dal fine al principio, siccome l'orazion di sant'Alipio.
In quel del nostro è la vita perfetta scritta di Cristo; e l'altro è l'Alcorano. Con quel de l'Evangelio si fe' inante l'imperator, con l'altro il re Agramante.
Coll'impressario il roman senatore ebbe molte parole e molta pena per liberar Morgante, ché il signore ha una scritta peggior d'una catena. Il conte è pien dell'antico furore; colui non par che lo badasse appena, e disse: Piú non s'usano i bestiali; cantan le carte e sonvi i tribunali. Dal suo procurator corre volando.
La leggenda da alcuni si reputa bugiarda perchè narrata da G. Leti nello Itiner. della Corte di Roma t. 1; ma io per me non la tengo meno falsa per leggerla nella Disciplina degli Spirituali scritta da quel santo uomo, che fu frate Domenico Cavalca da Vico pisano. Epis. ad solitarios. Epis. ad Anast. Thessalonic, c. 5. Epis. ad solitarios.
²⁴⁵ Keim, 63. Ecco una pagina che Giuliano, col suo antropomorfismo soprannaturale, non avrebbe mai scritta. Come pure non avrebbe mai scritta la frase profonda di Celso, il quale, dopo aver accennato alle strane ed incredibili divinizzazioni, constatate, presso i più diversi popoli, di uomini vissuti in mezzo a loro, divinizzazioni identiche a quelle che i Cristiani hanno fatto di Gesù, esclama: «Tanto può la fede, quale essa sia, purchè posseduta in prevenzione»²⁴⁶. Frase in cui sta propriamente la chiave che apre i segreti della storia delle religioni, e della quale Celso stesso, forse, intuiva ma non comprendeva tutta la profondit
Ma pure, appena scritta e spedita la lettera, il Casalbara respirò: il Vigliani avrebbe certo provveduto. E per due giorni non ci pensò più, tornò a grogiolarsi beatamente nell'adorazione di sua moglie.... ma per due giorni soltanto. La risposta sollecita, troppo sollecita, immediata del ragioniere era ben diversa da quella che il duca s'immaginava, e lo aveva sconvolto, messo sossopra.
Quell'intendente era un vecchio, antico commesso di notaro di provincia. Aprì la lettera, si pose gli occhiali, e cominciò a sbirciare la scrittura. Poi, principiò a leggere: Frère a-us-si tot que vo us... Cosa è codesto? È in turco la lettera. Tu vieni a mistificarmi, mariuolo. Va al diavolo. Ma no, don Gennarì, tutto al più la lettera può essere in francese. È un francese che l'ha scritta.
La relazione mandata dal Machiavelli alla Signoria sulla strage di Sinigallia pare scritta sul marmo, tanto freddo ne spira; mentre il suo disprezzo per Vitellozzo e Oliverotto, che non sanno coraggiosamente morire, rivela più che ogni altra frase, l'ammirazione inspiratagli dal Valentino impassibile nella buona come nell'avversa fortuna.
Disse Marfisa: Altro non vo' sapere; e basta mio fratello e mia cognata abbian di questo nodo dispiacere, fa ragion che la scritta sia firmata. Fosse lo sposo un magnano, un barbiere, dico per via di dire, io son parata; se fosse il diavol, non avrò paura: vo' che facciamo tosto la scrittura.
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