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Quand'io, nell'avventurosa mia carriera sulle coste americane dell'Oceano, ho potuto dire a degli schiavi «Voi siete liberiquello fu certamente il più bel momento della mia vita. E voi bianchi! padroni e carnefici dello schiavo nero voi!.... teneteveli i diamanti vostri io non li curo.

Sarebbe morto lui pure. Ciò non lo turbava. Non faceva nessun conto della propria vita. Non valeva la pena di vivere, schiavo tra schiavi; e se il sacrifizio della sua vita avrebbe potuto accelerare alquanto il gran momento della redenzione, era lieto di farlo. Forse l'avrebbero arrestato.

²⁰² Allegazioni nella sede vacante ecc., Vicario Mons. M. Schiavo. Ms Qq D 135. pp. 305 e 207 della Bibl. Com. di Palermo.

VIGNAROLO. Dimmi or, chi sei? GUGLIELMO. Son quello che tu vuoi che sia: Pietro, Giovanni, Martino. VIGNAROLO. E perché dicevi poco dianzi che tu eri Guglielmo? GUGLIELMO. Avea bevuto in un'osteria e stava ubriaco. VIGNAROLO. Poiché non sei piú Guglielmo, chi sei? GUGLIELMO. Tuo schiavo, tuo servitore. VIGNAROLO. Io non ti vidi conobbi mai, sei mio schiavo mio servitore.

La ho. La sento! esclamò con persuasione. Ed allora fatti frate! L'altro fece un gesto di scherno. Studio filosofia. Appunto perchè ho un'anima sono ateo, sono anticlericale, sono libertario! esclamò. Come devo odiare tutti coloro i quali metterebbero in ceppi il mio corpo, così devo odiare la religione, perchè essa mette i ceppi al mio spirito. Schiavo di nessuno, nell'anima nel corpo!

Vi entrarono e si fecero traghettare alla sponda opposta, sbarcando ai piedi delle foreste, i cui rami giganteschi e fronzuti si curvavano graziosamente sulle acque. Dove sono i cammelli? chiese Notis. A cinquecento passi da qui, rispose Abd-el-Kerim, distrattamente. Hai preso con te il mio schiavo Takir? No, l'ho lasciato al campo onde preparasse la tua tenda. Allora chi li guarda?

Sire! per quanto v'è di più sacro, fate senno di quelle parole. Volete voi morir tutto e vilmente? La fama ha narrato che nel 1821 uno schiavo tedesco insultò al principe Carlo Alberto fuggiasco, salutandolo re d'Italia. Quell'onta, Sire, vuol sangue. Spargetelo in nome di Dio, e lo scherno amaro ripiombi sulla testa de' nostri oppressori. Prendete quella corona: essa è vostra, purchè vogliate.

E alla principessa non avea mai fatto, come a Diana, dichiarazioni di amore; essa, senza ch'egli il sapesse, lo avvinghiava ne' suoi lacci, lo tenea schiavo della sua bellezza sovrana, infiammava i suoi sensi, come a cent'altri, senza ch'egli ne avesse coscienza.

La durò un pezzo così, adattandosi colla torpida virtù della consuetudine alla sua vita di uomo politico, e affondandosi lentamente in quel pantano di mezze ambizioni, di mezze aspirazioni, di mezza indipendenza. Dico di mezza indipendenza, perchè col suo carattere e con quel suo gener di vita, egli non poteva che essere schiavo di mille circostanze, dubbi, riguardi, convenienze sociali, ragioni d'opportunit

Poco anzi, con gli occhi bassi come se volesse nasconder il volto sotto le ciglia; ma ora lo schiavo l'ha fatta alzar la testa e star di buona voglia. MANGONE. Potrete far ben libero conto, d'oggi innanzi, che la casa sia piú vostra che mia o almanco commune.