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Aggiornato: 20 maggio 2025
Un lungo fischio risuona oltre i cancelli, il treno si ferma e riparte un minuto dopo, ed in mezzo ad un po' di ressa, emerge dalla porta della stazione avanzandosi verso il landeau, una giovane e bellissima coppia. Son dessi!... Gli sposi di otto ore prima. Drollino la vede subito, la guarda, come trasognato! Si, è lei... la signorina.
Nelle questioni poco importanti poi, in quelle, in cui il sì e il no son tanto vicini da toccarsi e quasi da confondersi, l'uomo mostra la sua superiorit
⁵¹⁷ Meli, Poesie, p. 374 ed anche a p. 92. Capitolo XXVI. Ma non la sola Marina, non la sola Villa Giulia, eran teatri di passatempi e di svaghi. Un giorno non si sa come e perchè, i Palermitani mettono gli occhi sopra la via fuori Porta Nuova e cominciano ad andarvi, dapprima in pochi, poi in molti. Quanti amano il piacere, nuovo come passeggiata giornaliera estiva, son tutti lì. E la Marina?
Il marchese Palavicino?.... domandò il conte Birago a lui che volgeva il capo e sprigionava il volto dalle pieghe del mantello. Son io, esso rispose, come tu se' il conte Birago, e tu il Crivello, e voi due il Figino e il Torriano.
Vita bestial mi piacque e non umana, sì come a mul ch’i’ fui; son Vanni Fucci bestia, e Pistoia mi fu degna tana». E ïo al duca: «Dilli che non mucci, e domanda che colpa qua giù ’l pinse; ch’io ’l vidi uomo di sangue e di crucci». E ’l peccator, che ’ntese, non s’infinse, ma drizzò verso me l’animo e ’l volto, e di trista vergogna si dipinse;
Con te, Signor, con te stringo alleanza: Perdonerò a' mortali, a me perdona; Amerò tutti, perchè han tua sembianza, Perch'io son tua fattura, amor mi dona; Amerò tutti, ma con più esultanza Chi fra le braccia tue più s'abbandona; Amerò tutti, ma con più fervore Chi più simile al tuo mi mostra il core!
tal mi fec’ ïo a quell’ ultimo foco mentre che detto fu: «Perché t’abbagli per veder cosa che qui non ha loco? In terra è terra il mio corpo, e saragli tanto con li altri, che ’l numero nostro con l’etterno proposito s’agguagli. Con le due stole nel beato chiostro son le due luci sole che saliro; e questo apporterai nel mondo vostro».
E per dove potria esser scampata? FILACE. Io non mi son mosso oggi di casa né fuor dell'uscio; e se non ha poste l'ali e scampata per le fenestre, non ha potuto scampar altronde. DOTTORE. Che dici ora? non parli? MANGONE. No, né può uscir fiato dalla gola: Forca m'ha strangolato. DOTTORE. Che ti dissi io? MANGONE. E mi fa peggio ch'egli m'abbi ingannato, ch'ogni altro forastiero.
CINTIA. I dolori mi son fatti tanto familiari che mai quasi non m'abbandonano. ERASTO. Cintio mio, perché conosco l'amor vostro verso di me, piglio animo di avalermi del vostro favore: i' vorrei pregarvi di molti favori che mi premono ben assai. CINTIA. Ho caro me si porga occasione onde possiate accertarvi dell'amor che vi porto. ERASTO. Ditemi prima: che sai d'Amasia mia?
Perchè son persuaso che per amore soltanto, non per interesse, hai accettato di diventare sua moglie. Un breve silenzio. Non rispondi? Per amore?... No, l'ho sposato senza esserne innamorata. Me lo dici con molta franchezza. Non so mentire. Davvero? Avresti questa sublime virtù?
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