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Aggiornato: 17 maggio 2025
S'interruppe. Che intendi? Non sarei più solo a piangere sulla sua tomba, ad evocare in segreto il suo fantasma adorato. Egli mi contenderebbe l'unico bene che rimane agli sventurati, la vita del pensiero, la religione delle memorie dimezzerebbe un'altra volta il mio amore, questa pallida larva d'amore che mi rimane dacchè ella è morta.
Vorrei gli si sciupasse tutto a quel cane... Ella s'interruppe. Le sue compagne, che pocanzi ridevano, si erano voltate dall'altra parte, e le zappe brandite tornavano a fendere il suolo con lo stesso vigore, ma con maggiore precauzione. E ancora i piedi nudi, neri, tormentati, cercavano istintivamente la parte più umida e fresca delle zolle rimosse.
Io continuavo a dire: Voi volete bene o all'uno o all'altro, non è vero? Dunque, ditelo. A chi volete bene? Al carrettiere? Al beccaio?... Ella rispose, semplicemente: A nessuno dei due, padrone... La guardai. Rosa mi guardò co' suoi grandi occhi azzurri e poi li chinò, e arrossì, e tacque... Il mio amico Cataldo s'interruppe un'altra volta.
E s'interruppe di nuovo: Dunque? disse don Luigi senz'ombra d'impazienza. Dunque? quando si dice la Giunta, si intende il Sindaco: egli ci ha riuniti oggi, e naturalmente si è deliberato di presentare il reclamo nella seduta di domenica. I due oppositori saranno soli a sostenerlo, per cui, se non avete altra speranza, potete rinunziare fin d'ora alla Carbonaia.
E come se gli si ripresentasse alla mente l'immagine della propria sciagura, s'interruppe e non aggiunse parola.
Giunto vicino alla moglie, il principe Rizzi le disse in tuono severo: Io vi chiederò, o signora, che cosa sia venuta a fare la principessa Rizzi nella casa di un povero muratore, dove io la trovo in compagnia di... Qui egli s'interruppe, e volta un'occhiata sdegnosa sopra Curzio, proseguì in tuono sprezzante: Di uno sconosciuto!
Capirai, abbiamo una laurea adesso... Dottore in utroque!... Ah, mio Dio! Son contento, guarda, son contento! Andiamo a pranzo. Pago io. Voglio pagare io!... S'interruppe. Mi guardò, meravigliato. M'afferrò pel braccio e mi scosse, faccia a faccia. Ma, che hai? Carlo? Che hai?... Guardò intorno, come a interrogare sul mio silenzio le umili e fredde pareti della nostra stanzuccia.
Io ti aspetterò sempre. Sta lontano dai pericoli, dall'acqua, dalle vetture, dai cavalli. Voglio che tu sia savio e bello, come quando andavamo a vedere il tramonto e tu ascoltavi la poesia, e poi giocavamo al cavallo e al bastimento. Mandami presto tue notizie, per sapere dove sei....» S'interruppe: aveva udito qualcuno rasentar l'uscio; nascose la lettera e si mise in ascolto.
Me la inacerbiva peggio il tuo silenzio. Parlami di lei, mi farai bene. Io la sogno ogni notte; non so ancora persuadermi che ci abbia abbandonati!... Ma no, s'interruppe a un tratto, dimentichiamo, Dario; facciamo di tutto per dimenticare. È finita! Non possiamo far altro che trascinarci, stanchi, delusi, pel corso degli anni che ci rimangono a vivere. Siamo gi
Sei stato mai sul lago di Garda? chiese Loredana, dopo aver guardato con diffidenza il nuovo viaggiatore. Sì, due volte. In questo mese, con questo caldo, siamo sicuri di non trovar nessuno che possa importunarci. Come farò?... disse nuovamente la fanciulla, ma poi s'interruppe impacciata. Come farai, che cosa? domandò Filippo, riprendendole una mano e accarezzandola.
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