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Aggiornato: 18 giugno 2025
Ma quando s'incontrò con lei; quando la rivide, sebbene perdesse allora anche l'ultima illusione, tuttavia l'immagine di quella creatura fatale gli riaccese nel sangue un tumulto di memorie e di desideri, che la lontananza aveva solo intiepidito.
Potenze dei cieli! il suo sguardo s'incontrò nel mio, e mi sentii le pupille come ferite dal bacino arroventato... pegno fraterno praticato dagl'imperatori cristiani di Costantinopoli; il freddo lungo la spina diventò maggiore, a modo di Buoso io sbadigliava: Pur come sonno o febbre mi assalisse,
È alla sala d'aspetto della piccola stazione di Assmannshausen che ora io penso. Tre giorni dopo la gita a St. Goar salimmo al Niederwald insieme agli Steele e a certi loro amici di Magonza. Era una domenica e s'incontrò molta gente allegra che usciva dai boschi con mazzi di fiori e di frondi, le donne in mano e sul seno, gli uomini al cappello.
Alla svolta di una strada, la coppia fraterna s'incontrò ad angolo con tre persone, di aspetto assai signorile, una donna e due uomini: uno di statura giusta, piuttosto atticciato, con due gran baffi biondi largamente brizzolati di bianco, di bell'aspetto, gli occhi cerulei, e una faccia di color sanguigno che forse aiutava a levargli otto o dieci dei sessant'anni che gli davano a prima giunta i suoi baffi; l'altro d'aspetto grigio, alto e magro, con due gambe di ragno, figura pulita di cavaliere malinconico; la donna giovane, elegantissima nella semplicit
Si limitò ad appoggiare la testa al dorsale del seggiolone fino a toccare coll'orlo delle labbra i nastrali della cuffietta. Ma parendogli che la casa si rovesciasse col tetto nel lago, fuggì senza manco dire addio. Nel corridoio s'incontrò nella signora Matilde che veniva colla minestrina in mano.
Così dicendo, pose in mano a Giano una borsa di danaro. Egli s'inchinò, e partì. La persona che sopraggiungeva nel salotto era il principe Rizzi. S'incontrò sulla soglia con Giano, e scambiò con esso uno sguardo d'intelligenza, poi si avanzò verso la moglie. Essa era raggiante di gioia. Principessa!... diss'egli salutandola con ironica cerimonia. Voi, signore! Vi trovo assai lieta.
Aveva preparato la valigia. E pareva indeciso, mortificato, quasi. Certo, egli mi voleva dire che l'ora della partenza si appressava, che occorreva che egli se ne andasse. E in quel silenzio della cameretta, quasi senza distintamente vederci, c'intendemmo: il fluido dei nostri pensieri s'incontrò. La nostra amicizia si spezzava, in quel punto e a nessuno di noi importava più dell'altro.
Guardava anche Sua Eccellenza, lì, dov'era nascosta la rosa e disse piano alla duchessa qualche parola che la fece arrossire nel sorridere. Pietro Laner, sussultando, lasciò cader la forchetta, voltò la testa, ma s'incontrò negli occhi del Casalbara. Il duca lo guardava serio, attento.... eppure da quegli occhi stanchi, gravi, spirava come un senso di mestizia, di piet
Cardello, presa la latta, stava per uscire quando s'incontrò col dottore. Va male? gli domandò sotto voce. Il dottore scosse la testa ed entrò. Alla vista del vecchietto basso, tutto canuto, che portava in mano una boccetta con la medicina, don Carmelo si fece avanti ossequioso. Questa sciocca si dispera! È vero che non è niente, signor dottore? Glielo assicuri lei. Me, non mi crede.
Il sospiro di Leonardo, dopo queste parole, s'incontrò e si confuse con un sospiro del dottore. Dopo di aver sospirato all'unisono, entrambi stettero zitti, poi il cieco disse sorridendo: E se non il sacerdote... il predicatore; dillo pure, lo hai sulle labbra... ma gi
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