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Aggiornato: 29 giugno 2025


Scontenta di e del mondo, la signorina Adele Ruzzani prendeva un libro, per leggiucchiarne due pagine e buttarlo via; si metteva a ricamare, e si fermava ai primi punti di catenella; voleva dipingere, e le passava la voglia, prima di aver preparata la tavolozza; infine, era seccata, mortalmente seccata, e incominciava a sentire il desiderio di andarsene da Castelnuovo.

Dunque, la bella Ruzzani è partita? chiese la contessa Gamberini alla sottoprefettessa, su quel canapè di damasco rosso che i lettori conoscono. , è andata a Milano per certe spese. Un matrimonio alle viste? Eh! rispose la sottoprefettessa, non dicendo no. Qui non c'è nessun partito per lei, ch'io mi sappia; ripigliò la contessa, cercando di scoprir terreno.

E il signor Prospero Gentili, zio materno e tutore della signorina Adele Ruzzani, fanciulla romantica come vi ho detto, e milionaria, come avrete capito, gittò il suo mozzicone dal loggiato nel sottoposto cortile; indi seguì il cavaliere Tiraquelli, sottoprefetto di Castelnuovo Bedonia, nella sala di ricevimento.

Il padre Anacleto pensò che egli aveva dimenticato qualche cosa, nel giudicare così severamente la vita, come aveva fatto da prima, e che tutto non era afflizione, o noia, nel mondo. Lo zio Prospero si era allontanato per qualche faccenda domestica. Adele Ruzzani e il conte Gualandi erano tornati nel salotto.

Adele Ruzzani era dunque una fanciulla capricciosa. Ma, lo ripeto, non faceva fuggire nessuno. Quante cose non si permettono ad una coppia di milioni, quando vestono gonnella? Si può dir corna di quei milioni, desiderare di vederli spartiti, quegli spicchi di settantacinque centesimi, che toccherebbero ad ognuno, secondo i calcoli più diligenti, se la divisione fosse fatta con equit

In quel punto capitò il servitore. Una visita, signorina. Chi è? Altri noiosi? Non so; rispose il vecchio arnese di casa Ruzzani, trattenendo un sorriso. Ecco il nome. Così dicendo, porgeva alla sua signora un biglietto di visita. Diamo un'occhiata anche noi. Il biglietto non aveva traccia di pieghe. Hai fatto entrare il signore? domandò la fanciulla.

Badate, signor priore; disse il monachino; io non ammetto nulla di ciò che pretendono gli altri, e voi farete ottima cosa, sopra tutto cavalleresca, a tenere da me. Volevo dire soltanto che, anco ammettendo ciò che agli altri, amici e nemici, piace di farla parere, Adele Ruzzani è una buona figliuola. In questo, almeno, signor priore, non eravate gi

Il sottoprefetto ignorava ancora che diavolo fosse accaduto del signor Gentili e della sua bella nepote. Quella cima del delegato non ne sapeva di più, quantunque, per far le cose a modo e venire in chiaro di tutto, avesse mandato le guardie travestite a prender lingua in casa Ruzzani. I padroni sono andati a Milano; rispondeva il segretario. A Milano; soggiungeva il maestro di casa.

Grazie, rispose il priore, con un tono di voce da cui traspariva un filo d'ironia. Ma, la prego, qual è lo scopo del suo cortese avvertimento? Debbo io respingere la signorina Ruzzani e il suo tutore dal convento di San Bruno, per far piacere ai signori chiacchieroni di Castelnuovo? Eh, non per contentar nessuno; ma per far cessare le mormorazioni, le ciarle assassine del mondo, perchè no?

La gita archeologica alla caverna delle Streghe parve stringere viemmeglio, se pure la cosa era possibile, i vincoli fraterni della famiglia di San Bruno. Tornati lassù, i miei frati da burla erano più amici che mai; solo al modo con cui si davano a vicenda il buon giorno e la buona sera, si sarebbe detto che erano sempre per abbracciarsi, non pure all'ombra discreta dei corridoi, ma anche alla viva luce del sole. I miei frati da burla si muovevano tutti in un'orbita, di cui Adelindo Ruzzani era il fuoco. Ma che serve più chiamarlo Adelindo? Diciamo Adele Ruzzani, poichè ognuno di quei frati aveva indovinata la donna. Per altro, non diremo Adele, quando si sar

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