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Aggiornato: 17 giugno 2025
Tutta la sua energia da quel punto vien meno; ei si rimprovera i suoi sforzi, vergognasi del suo errore e delle sue illusioni, abbandona ogni intrapresa, e col cuore straziato ei corre a nascondere il suo scoramento in un qualche luogo solitario, in una qualche villa remota, ove si fa agricoltore od artiere. Ne ho vedute io pur tante di queste ammirabili angosce, di queste acerbe abdicazioni!
E per persuadere di questo i suoi lettori e per confutare ad un tempo stesso un'opinione, tanto o quanta contraria, di Federigo Schlegel, che nella sua Storia della letteratura antica e moderna chiama bensí Dante il «maggiore de' poeti cristiani», ma gli rimprovera qualche poco di ruvidezza d'animo, la Rivista con lunghi commenti presenta ad essi un lungo florilegio di passi dilicatissimi, tolti dal poema e dalle rime di Dante.
«Ma a che temer tanto? dicevasi poi, aggiungendo, come sempre accade, nuove riflessioni alle antiche.... Io posso sostenere arditamente, se don Francesco mi rimprovera, che credevo esser nel vero.... D'altronde gli dirò che intendevo parlare del cavaliere soltanto, non di donna Livia.... Poi, chi sa!... Se il duca avesse sorpreso una sola frase equivoca, allora!... Sì, ciò basterebbe a renderlo furioso, e spingerlo ad un eccesso.
Prendere con noi la Cecilia? aveva esclamato Paolina arrossendo vivamente. E tu che cosa hai risposto? Nulla. Dimmi il tuo parere. Mi rimetto a te. Tuo padre dipinge la giovane in uno stato deplorevole, ci rimprovera di non aver pensato con spontanea cortesia di offrirle ospitalit
Caligola aveva commercio con Lepido, col commediante Maestus ed ancora con altri, operando reciprocamente. Valerio Catullo gli rimprovera pubblicamente di aver disonorata la sua gioventù.
Fantino entrò nella sala, e diede il buondì ai due interlocutori. Caro nipote, disse il signor Fabio in tuono di chi rimprovera dolcemente, quest'oggi ti sei trattenuto a letto un po' troppo tardi, e perciò io debbo sgridarti. Le ore del mattino sono preziose per lo studio, e bisogna metterle a profitto. Lascia che ti guardi più da vicino.
La sinistra discute, grida, rimprovera, si dibatte: cinque ore suonano, un Baldacchini qualunque, un Pantaleoni, sclama, fra due sbadigli: «Ai voti!» la destra alza la mano, uno, due, tre.... le tour est fait, la discussione è strangolata, la legge è votata.
Questo non è il luogo di giudicare l'opera di Emilio Zola, di additarne le esagerazioni e i difetti; ma con tutti i suoi difetti e le sue esagerazioni non mette egli in piedi creature di carne e ossa, non le anima d'un soffio possente, non rende il colore, il calore, il movimento della vita? Max Nordau gli rimprovera la mancanza di proporzione, l'accumulazione di troppi fatti; dice che i suoi romanzi sono, perciò, «mostruosamente e visibilmente falsi». Soggiunge che «egli esercita continuamente, nel modo più esteso ed intenso, quell'antropomorfismo e simbolismo atavistici che sono conseguenza di una mente non sviluppata, o misticamente confusa, naturale nei selvaggi, mentre nei degenerati di tutte le categorie costituisce una forma retrograda dell'intelletto... Egli vede qualunque fenomeno straordinariamente ingrandito, misteriosamente minaccioso, ributtantemente sfigurato.... La critica, senza comprendere l'importanza psichiatrica di tale carattere, ha gi
²⁷⁰ Sozom., 488. La tolleranza di Giuliano è dimostrata e commentata da Libanio, nel discorso necrologico, in modo da non lasciar dubbio che essa costituisse propriamente, per l’imperatore, un principio fondamentale di condotta. Dopo aver narrato come Giuliano rendesse i dovuti onori alla salma del suo nemico Costanzo, Libanio ci dice ch’egli inaugurava il culto degli dei «rallegrandosi di coloro che lo seguivano, deridendo gli oppositori, tentando di persuadere, ma non lasciandosi mai indurre a far violenza»²⁷¹. Eppure, continua Libanio, non gli mancavano gli eccitamenti a rinnovare le sanguinose persecuzioni d’un tempo, ma Giuliano stette fermo, convinto che «non è col ferro e col fuoco che si può imporre la rinuncia ad un falso concetto degli dei, poichè se anche la mano sacrifica, la coscienza rimprovera²⁷² ed allora si ha un’ombra di conversione, non gi
Orazio ha cantato gli amori di Augusto pei giovanotti. Marcantonio gli rimprovera di aver comprato col suo onore l’adozione dello zio e di aver ceduto le sue compiacenze in Ispagna a Hirtius. Nerone sposò con tutte le pompe, l’eunuco Sporus, e lui stesso si prestò ai capricci dei suoi cortigiani. Tiberio, malgrado la sua caducit
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