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Aggiornato: 19 maggio 2025


Un'altra figura storica del tempo di Rienzi e Petrarca aleggia nel palazzo di Avignone, quella di una bella e giovine principessa, accusata dell'uccisione del marito ed assolta dal Pontefice; Giovanna I regina di Napoli e signora di Avignone e della Provenza. Quale erede del regno, era stata fin dalla fanciullezza fidanzata dal suo avo Roberto I al giovane principe Andrea d'Ungheria. Questo re morì il 19 gennaio 1343, dopo aver stabilito un consiglio di reggenza per la durata della minorit

Dante si è trasformato in Metastasio, il poeta che cantò Cola da Rienzi nell'abate Chiari, Macchiavelli in Algarotti, e Michelangelo Buonarroti in Michelangelo da Caravaggio; le lettere, le arti e la filosofia non vivono che sotto le grandi ali della Libert

Socrate, Gesù, Rienzi, Masaniello, i Gracchi, tribuni coraggiosi del popolo, sacrando ad esso la loro vita, son rinnegati e crocifissi! E la sorte dei tribuni moderni, sar

Domandai se per avventura esisteva nel palazzo qualche ricordo della presenza di quest'uomo singolare, ed il custode mi fece vedere un ritratto di Cola, che teneva nella sua stanza. Questo ritratto, dipinto ad olio, lo rappresentava in abito di senatore, con la testa dai riccioli neri, coperta da un berretto rosso. La sua testa grande e molto espressiva, il viso nobile, senza barba, presentava la fisonomia larga e grassa che si dice che Cola avesse avuto nell'ultimo periodo di sua vita. Il naso aquilino, di profilo prettamente romano, rivelava energia; lo sguardo era tranquillo e imperioso. Sotto il ritratto lessi queste parole: Nicolas Calabrini dit De Rienzi, tyran de Rome en 1347. Questo ritratto non aveva, a dire il vero, verun carattere di autenticit

Quando Piero mi annunziò che aveva conosciuto la signorina Nicoletta De Rienzi, e che se n'era innamorato e che pensava di chiederla in isposa... E ti hanno dato, i tuoi amici fidati di Roma e di Milano, delle informazioni pessime.... No. Mi hanno detto.... Non ripeterlo. So quello che ti hanno scritto, e te lo ripeterò io stessa. E allora tu, naturalmente, hai sconsigliato Piero....

Per essi una rivoluzione è poco più di un tumulto di mercato, se vi arrivano nell'ora dello scoppio: una catastrofe di governo non ha l'importanza della caduta di un ponte: ogni finale di dramma ne sia Cristo o Socrate, Caio Gracco o Cola da Rienzi, Cicerone o Savonarola il protagonista, diventa uno spettacolo pagato largamente dalla fatica di un viaggio interminabile. Essi vanno, ma non arrivano e non ritornano mai. Non aspettano alcuno e nessuno li attende: non migrano perchè non intendono fermarsi, non viaggiano perchè non hanno scopo, non lavorano perchè ogni lavoro suppone un ambiente, ma guardano e girano. L'abbandono di ogni ricchezza, il dispregio di ogni posizione li rende superbi, ma la coscienza della inanit

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