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Aggiornato: 9 luglio 2025
Un uomo non ancora di cinquant'anni passeggia la sala pensieroso, e colle braccia incrociate sul petto, come faceva una volta Napoleone I, e come fanno adesso gli staffieri che siedono sulla serpe accanto ai cocchieri. Dopo alcune giravolte, si lascia cadere in una poltrona di velluto bleu, e il suo volto si fa torbido e sereno a vicenda. Il timore e la speranza, lo sconforto e la gioja vi si dipingono alternamente, come sul volto di un negoziante che abbia in mare una nave carica di ricche merci, e che ora la veda sommergersi, ed ora entrare in porto. Quest'uomo è vestito signorilmente, ma d'una moda un poco stantía, senza studio di eleganze, alla maniera delle persone attempate e sode. Egli si chiama il signor Fabio, gode la bella riputazione di galantuomo, e la rendita non meno bella di sessantamila lire annuali e sicure. Adesso egli sta operando un colpo che deve triplicare la detta sua rendita, e collocarlo fra i più ricchi del paese. Il signor Fabio è di un carattere austero, di princìpi illiberali e contrari al progresso, e soprattutto scrupoloso sull'articolo della morale civile e religiosa. Egli legge soltanto certi giornali di un certo colore, che hanno pochissimi associati, e tuttavia fanno vivere lautamente i loro redattori. Nelle alte regioni della societ
Miss Geraldina era ricca, possedendo per sè sola ottantamila lire di rendita; era senza fratelli, senza sorelle, senza parenti poveri che la seccassero, e a ventotto anni, era perfettamente libera di andare, venire, viaggiare, dove le paresse e piacesse.
«Ti do con questa lettera il mio ultimo addio. Mi sono rovinato al giuoco, e non mi resterebbe che uccidermi, se l'art. 54 del Regolamento sulla Assicurazione della vita non m'imponesse di morire di morte naturale. Io parto stassera per l'Italia. Ti raccomando mia moglie, la buona Emilia Strafford, di cui ho consumata la dote, e alla quale sto per assicurare col sacrificio della mia esistenza una rendita vitalizia di trenta mila sterline. Il regolamento che ti acchiudo ti spiegher
Il beklem-regt è il diritto di occupare un podere col pagamento d'una rendita annua, che il proprietario non può mai aumentare. Questo diritto passa agli eredi così laterali che discendenti in linea retta, e il possessore può trasmetterlo per testamento, venderlo, affittarlo, ipotecarlo persino, senza il consenso del proprietario delle terre. Però, ogni volta che questo diritto passa da una mano all'altra o per eredit
Altri dicevano che il conte aveva troppo manifestamente fatto comprendere che le centomila lire di rendita della fidanzata gli eran più care della fidanzata medesima, tanto che alla vigilia di chiederne la mano, il giovane conte era ancora stretto di strettissimo legame con una signora maritata, ed anzi viveva con lei in Isvizzera.
Era la sua unica distrazione, il suo solo piacere. Le trecento lire di rendita delle tre donne non bastavano al loro vitto, per quanto modesto. Ed esse lavoravano per un negozio. Lavoravano assiduamente, un lavoro monotono e mal compensato, e ci mettevano uno zelo da artista.
Tuttavia? interrogò Fabiano ansiosamente. Tuttavia la sua famiglia è disposta ad aiutarla, assegnandole una rendita pari a quella che riscuote ora per il mantenimento del piccolo conte Bruno. Ottomila? Quanto basta per non morir di fame.... osservò Fabiano. Diciamo ottomila, ripetè il dottor Alemanni. Ma ad una condizione....
Potete inventare una madonna che guarda bieco che piange.... Insomma, un poco più della rendita di un anno, e voi sarete patta. Voi vedete! gli è per un mille crazie! per un tozzo! Ma! gli è precisamente codesto tozzo che mi manca. Tanto peggio per voi allora. Io non posso ribatterne un carlino. La piccola Passaro pretende anch'essa cinquecento ducati per le sue spille, adesso, l'orrida cammella!
Il Papato ormai non ardisce più concupire i reami altrui, nè anco si attenta sbarrare un gherone del manto di San Pietro, solo ne cincischia brandelli per coprirne le spalle ai suoi figliuoli, e questi si tirano da parte a rosicchiarli come gatti il ventriglio. Sisto V al cardinale nipote assegnava centomila scudi di rendita, all'altro co' danari della Chiesa comprò il principato di Venafro, e la contea di Celano. Quello che ardisse Clemente VIII. non si ricorda; donò ai suoi un milione fra tutti; poi ad ognuno sessantamila scudi di entrata; mancatigli i beni della Chiesa, arraffò gli altrui, aiutatori giudici, auspice il boia. Paolo V. co' suoi Borghese procedeva anco più largo; il Cardinale Scipione ebbe 150 mila scudi di rendite ecclesiastiche, Marcantonio il principato di Sulmona, palazzi, ville, vasellami di argento, gemme, suppellettili che valsero un tesoro; di danaro un milione; e più strano ancora il privilegio di ribandire gli sbanditi, instituire fiere, imporre gabelle sopra altrui, non pagarne essi; andare immuni da confische, impunit
Durante lo stesso febbraio la rendita al cinque per cento discese da 120 a 55: l'esportazione degli articoli della moda parigina di primavera si arrestò completamente. Nella citt
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