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Mi piace di più quella coi ranocchi, diceva Anne-Marie, semplice e sincera.

Nel sedicesimo secolo, una gran parte di questa provincia era ancora disabitata. Era un paese di aspetto sinistro, coperto di sterpeti, d'acque stagnanti, di laghi tempestosi, e inondato ogni momento dal mare; nel quale erravano frotte di lupi e sciami innumerevoli d'uccelli acquatici, e non si sentiva altra voce che il canto dei ranocchi e il lamento dei daini. Tre secoli di lavoro coraggioso e paziente, smesso più volte senza speranza e poi ripreso con maggiore ostinazione, e condotto a fine in mezzo a ogni sorta di difficolt

talor cosi`, ad alleggiar la pena, mostrav'alcun de' peccatori il dosso e nascondea in men che non balena. E come a l'orlo de l'acqua d'un fosso stanno i ranocchi pur col muso fuori, si` che celano i piedi e l'altro grosso, si` stavan d'ogne parte i peccatori; ma come s'appressava Barbariccia, cosi` si ritraen sotto i bollori.

Che scandalo è questo? tuono con voce di rimprovero. Gli scrivani, come i ranocchi se odano cosa onde abbiano paura cessano il gracidare importuno, e tuffansi nell'acqua paludosa, chinato il capo non fiatavano verbo. Tegolino si rannicchiava presso le gambe dell'avvocato Farinaccio, in quella guisa che i pittori sogliono dipingere l'aquila ai piedi di Giove.

Come i dalfini, quando fanno segno a’ marinar con l’arco de la schiena che s’argomentin di campar lor legno, talor così, ad alleggiar la pena, mostrav’ alcun de’ peccatori ’l dosso e nascondea in men che non balena. E come a l’orlo de l’acqua d’un fosso stanno i ranocchi pur col muso fuori, che celano i piedi e l’altro grosso,

talor cosi`, ad alleggiar la pena, mostrav'alcun de' peccatori il dosso e nascondea in men che non balena. E come a l'orlo de l'acqua d'un fosso stanno i ranocchi pur col muso fuori, si` che celano i piedi e l'altro grosso, si` stavan d'ogne parte i peccatori; ma come s'appressava Barbariccia, cosi` si ritraen sotto i bollori.

Ogni volta che Anne-Marie apriva la piccola bocca soave, ne uscivano delle frasi che erano come dei pugni nel cuore a Nancy. Invano le aveva ella raccontato la storia della principessa stregata a cui, quando parlava, saltavano fuor dalla bocca i ranocchi; mentre sua sorella, la principessa buona, aveva la bella bocca «di rose piena, e di perle e di dolci parole».

Appena che la cappa di velluto rasato e la collana d'oro del conte Galeazzo comparve nella gran sala dove infuriavano l'orgie, a tutta prima scoppiò un urlo generale che non pareva prometter nulla di buono per lui, e tutti i pantanosi caramogi, come ranocchi sconcertati dall'improvvisa comparsa di un luccio dorato, gracidarono minacciando di farlo in brani; ma il conte avea più di una cosa che militava a suo favore. In prima è da sapersi, ch'egli tutte le mattine, alla porta del proprio palazzo, faceva distribuire duecentocinquanta zuppe per la minutaglia affamata, ora buona parte di coloro che attendevano col

MASTICA. Disgrazio tal legge e chi la compose! TRASILOGO. Tu sei in còlera meco: non ti partire, ch'adesso ritornerò, che giá non è ora di pranso. MASTICA. In casa tua mai non è ora di pranso mentre ci sono io. Temerario vantatore, capitan di ranocchi, mi fa ascoltare e parlar quattro ore, poi me ne manda assordito e diseccato, senza mangiare e senza bere.

Ma non voglio parerti desideroso di salvarmi con un sotterfugio dai lampi della tua terribile spada. Mi hai mortalmente seccato, e non vedo l'ora di farla finita. C'è Pilade, in casa? Venga lui ad assisterci; gli diremo in pochi salti e brutti il nostro bisogno, e sotto i suoi occhi c'infilzeremo come due ranocchi. Ti va? Mi va. Ohè, Pilade! Pilade non indugiò a comparirci davanti.