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Aggiornato: 12 giugno 2025
Oh la bella cosa di scaricarsi dei propri pesi sulle spalle degli altri... specialmente per chi si atteggia a moralista!... E che conto ha fatto delle mie lettere... delle notizie sempre più sconfortanti che gli mandavamo da qui?... Gi
Così, era stato ufficiale di cavalleria, poi commerciante audace, poi ricco e instancabile cosmopolita, zerando oggi l'opera d'ieri; marito per caso; amico dubbio; non convinto di nulla, nemmeno dei propri diritti; intollerante di doveri certi e scrupoloso per doveri fantastici.
Tornato al suo banco, egli invano procurava d'imaginarsi un plausibil modo intorno alla sparizione della fanciulla; infatti chi poteva averla aiutata, sola, senza mezzi, senza esperienza, a sottrarsi non tanto alle ricerche di lui, quanto a quelle diligentissime della polizia? Forse il suo incognito amante? Ma se colui era, qual ei supponeva, uno dei settari, come trovarsi sotto la finestra per ricever nelle braccia la cara fanciulla e al tempo stesso essere alle catacombe? Alfredo, ito agli arresti col commissario, non era suscettibile di porgerle aiuto. Dunque? Il diavolo in persona doveva aver preso parte a vantaggio della giovane: ma nè anche quest'idea persuadevalo, sapendo come la purezza dei costumi di Rosina non poteva procacciarle le simpatie del formidabile ausiliario infernale. Lambiccatosi il cervello per mille differenti congetture, il degno signor Basilio aveva concluso di lasciare al tempo la cura di svelare l'impenetrabile arcano e dover lui deporne il pensiero, onde non rischiare di divenir pazzo a forza di meditare; ed infatti si era avveduto che la strana sua situazione avevalo alquanto dissestato nella direzione dei propri affari. Si era dimenticato di cancellare una partita di un suo debitore che lo aveva pagato; ma giacchè la cosa era passata, pensò esser meglio lasciare aperto il credito che scarabocchiare la carta. Si era scordato di accendere l'ultimo sabato la lampada alla imagine di sant'Omobono, ma pensò rimediare alla trascuranza col comprare il sabato venturo, invece di una crazia, due soldi d'olio. Il tremito dei suoi nervi rendendogli paralitiche le mani, queste tenevano il passetto in modo che nel misurare il panno a' suoi compratori le bracciature riuscivano piuttosto scarse, ma, per tranquillizzare la propria coscienza, diceva a sè stesso: Che colpa ho io se i dispiaceri che ho provati agitano i miei nervi? tutti coloro che son causa delle mie afflizioni sconteranno nel mondo di l
Pietro, benchè non dovesse essere facilmente stupito da nessun arrivo, pure non osava credere ai propri occhi e temeva d'esser in preda a un'allucinazione: pure s'alzò e mosse incontro ai due che venivano; e più s'avvicinava, più s'accorgeva della realt
Sorgevano momenti ne' quali sembrava che il governo si destasse al senso della condizione delle cose de' proprî doveri, e allora come chi per istinto sente dov'è l'energia ricorreva ai repubblicani; ma tradiva le sue promesse e ricadeva nel sonno il dì dopo. Un messo segreto dal campo, una parola di faccendiere cortigiano, bastavano a mutare le intenzioni. Il povero popolo, gi
Quest’indole si rivela nella maggior parte delle sue lettere agli amici e si veste di una forma e di uno stile decadente, come or si direbbe, di uno stile, cioè, che riproduce le squisitezze artifiziose di uno spirito, il quale si compiace nell’elaborazione infaticata delle proprie impressioni e dei propri pensieri, e finisce per attenuare, con la sottigliezza dell’ingegno, l’espressione efficace e forte del sentimento.
Quando seppe le nozze di Elena con Manfredo, esso non aveva veduto che sangue allora, e nel sangue solamente aveva cercato di confortare i propri dolori; nè altro pensiero gli era venuto in mente fuori di questo, che fu il primo, e continuò ad esser l'unico per assai tempo. Da che dunque gli derivava adesso tanta perplessit
Il re è anzi povero che no di danari. Non riscuote dazio di roba alcuna. Ma le arti contribuiscono un tanto per uno, e la rendita sua è di terreni propri di certa contribuzione fatta dalli possessori dei beni stabili, e dal ricavato dalle miniere di stagno, di ferro et di rame che vi sono ricche, e da miniere di turchesi e lapislazzuli da' quali si fa l'azzuro e l'oltremarino da noi tanto stimati.
CLERIA. Essandro, anima mia, mirate, di grazia, se per gli usci e per le fenestre sia alcuno che curi piú gli altrui che i suoi propri affari. ESSANDRO. Signora, giá potrete sicuramente comparire, che non appar anima viva.
Ma questo abuso di lasciar correre monete d'oro sí smoderatamente calanti, oltre il dar eccitamento a' mercanti propri di farle venire da' paesi forestieri ed a' mercanti forestieri di mandarle, perché l'uno e l'altro vi trova il suo utile, porge motivo ancora ad altre persone di manco coscienza di tosar quelle che sono di peso, che loro capitano nelle mani, per salvar per sé quell'oro, poiché giá ad ogni modo hanno corso.
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